Economia

Dieselgate, Fca reagisce e vola in Borsa

Il titolo Fca, in apertura di seduta della Borsa valori di Milano, rimbalza facendo segnare un +7%, dopo il crollo di ieri in relazione all'inchiesta americana sui presunti dati truccati delle emissioni di oltre 100mila veicoli

Dieselgate, Fca reagisce e vola in Borsa

Il rimbalzo dopo la tempesta di ieri. Il titolo Fca, in apertura di seduta della Borsa valori di Milano, rimbalza facendo segnare un +7%, dopo il crollo di ieri in relazione all'inchiesta americana sui presunti dati truccati delle emissioni di oltre 100mila veicoli. Ieri il titolo era crollato a Milano fino a chiudere in calo del 16%. Giornata da dimenticare anche a Wall Street, dove ieri sera ha perso il 10,28% ma ha resiprato nel dopo mercato lasciando intuire che ci sarebbe stato un rimbalzo.

Intanto Marchionne si difende dalle accuse. Se Volkswagen aveva inserito nei motori diesel un software che eludeva i test sulle emissioni per far figurare le sue macchine come più "verdi" del reale, nel caso di Fca i numeri sulle emissioni erano "riportati chiaramente" è lo scontro con l'Epa, che ha oggi accusato l'azienda di comportamenti simili alla concorrente tedesca, è dovuto a divergenze di carattere tecnico che avrebbero potuto essere risolte in maniera più serena. È la ricostruzione offerta in conference call dall'ad di Fca, Sergio Marchionne, in seguito alle accuse dell'Environmental Protection Agency. "Contestiamo perché il nostro ciclo di omologazione ha i numeri riportati chiaramente, pure se avessimo fatto tutte le cose che dice l'Epa, non sarebbe cambiato nulla dal punto di vista commerciale o del posizionamento del veicolo sul mercato, è ridotto a tutto a una differenza sugli aspetti tecnici e non su una valutazione negativa nei confronti di Fca, noi abbiamo fatto le nostre ricerche e le indagini del caso". La vicenda, spiega Marchionne, "va avanti dal settembre 2015 e, una volta avvisati, abbiamo cominciato a fare ricerche per capire la causa delle loro domande". In sostanza, afferma il top manager, c'è stata una divergenza con l'Epa sul "riconoscimento del testo omologativo". Marchionne ha aggiunto che il contrasto avrebbe potuto essere "gestito con calma e attenzione e risolto senza tutti questi proclami e tutte queste conferenze stampa".

Il sospetto di Marchionne è sulla tempistica.

"Spero non sia una guerra sporca tra un presidente uscente e un presidente entrante alle spalle della gente che lavora nei nostri stabilimenti".

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