Air France-Klm prende tempo su Alitalia («troppo presto per una decisione strategica», «in autunno non è previsto alcun annuncio da parte francese»), ma si cominciano a intravedere le sue condizioni. Ieri, alla presentazione dei risultati semestrali, sempre in rosso, sono emerse alcune indicazioni chiare sull'approccio di Parigi verso Roma (ricordiamo che AF è il primo socio di Alitalia con il 25%, e che è il candidato «naturale» a salire di quota).
Quanto al piano industriale di Alitalia - appena presentato dal nuovo ad Gabriele del Torchio - «sarà oggetto di approfondimenti ed entro la fine dell'anno dobbiamo discutere con il management sul futuro della compagnia» ha detto l'ad francese, Philippe Calavia. Dunque il piano è ancora in corso di elaborazione: «Al momento Alitalia sta affrontando una situazione molto impegnativa, ma noi la sosteniamo e facciamo il nostro compito come azionisti». Il ruolo di Air France sarà attivo: «Siamo a fianco di Alitalia per aiutare la sua ripresa e il suo sviluppo. Siamo molto vigili e molto esigenti sulle condizioni economiche e finanziarie del piano» ha aggiunto Alexandre de Juniac, che dal 1º luglio ha assunto la presidenza al posto di Jean Cyril Spinetta. «Molto vigili e molto attenti» indica seria preoccupazione, e l'intenzione di non lasciarsi scappare di mano una situazione delicata. Per esempio, la liquidità. Del Torchio sta cercando 300 milioni entro l'anno: «Se sarà tramite un prestito bancario o un aumento di capitale, lo decideranno il management e l'insieme dei soci» dice Calavia. Punto essenziale: se i fondi non fossero reperibili dal sistema bancario, un aumento sarebbe l'occasione per un rimescolamento di quote, e il ruolo di Air France potrebbe crescere. «Abbiamo fatto la nostra parte a febbraio con il prestito d'urgenza (23,8 milioni, ndr). Siamo a quel punto. Ma è un tema in evoluzione». Ma se non dovessero essere concessi prestiti? De Juniac è tranchant: «Allora sarebbe un problema». Aggiunge: «Vogliamo far diventare Alitalia un asset». Ancora: «Le discussioni vertono su come costruire un piano serio, coerente con le condizioni finanziarie di Alitalia e di Air France-Klm». Il succo è sempre lo stesso: «Non investiremo in Alitalia se non ci saranno le condizioni finanziarie e operative necessarie per un investimento redditizio». Un refrain che si ripete dal 2004.
Intanto la quota italiana ha avuto un impatto negativo di 65 milioni sui risultati del primo semestre di AF, che si appresta a rivedere il valore della partecipazione.
Diktat di Air France sui conti Alitalia
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.