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Edison "riaccende" l'atomo in Italia

Monti: "La transizione non può fare a meno del nucleare". Investimenti per 10 miliardi

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Sarà l'italo francese Edison a riportare il nucleare in Italia. Presentando il piano industriale al 2030, Nicola Monti, l'ad del gruppo controllato da Edf, ha puntato 10 miliardi sullo sviluppo della strategia aziendale, una transizione energetica «che pur concentrandosi sulle rinnovabili, non potrà fare a meno del nucleare» spiega l'ad. L'obiettivo è molto concreto, non un mero annuncio, e si concretizzerà nella costruzione di due Smr (small modular reactor, reattori di nuova generazione) nel Nord Italia per un investimento stimato in 4 miliardi. Un vero e proprio ritorno, quello di Edison, che fu la prima - nel 1965 - a costruire una centrale in Italia. Un progetto che vedrà coinvolte Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare e che si inserisce nel solco tracciato dal governo Meloni per la ricostruzione di una industria dell'atomo, azzoppata dal referendum del 1987.

A Edison va per ora il merito di essere la prima società a inserire progetti nucleari nella strategia, pur nella consapevolezza che la strada verso la posa della prima pietra sia ancora lunga. Non peraltro, si parla della costruzione di questi reattori nel 2030 con entrata in esercizio nel 2040. La potenza prevista è di 340 Mw a reattore e la tecnologia utilizzata sarà quella proprietaria di Edf.

Questa fonte di energia «potrà ricoprire un ruolo chiave per il raggiungimento dei target Ue di carbon neutrality, dando stabilità al sistema elettrico e compensando l'intermittenza delle fonti rinnovabili», spiega Monti presentando il piano che coincide con i 140 anni di vita del gruppo. Il dibattito politico è in corso, ha fatto notare Monti, ma in ogni caso «ci sono tanti anni per creare le condizioni e poi individueremo i siti idonei per costruirli».

Al di là del nucleare, il piano industriale del gruppo verte sullo sviluppo delle rinnovabili. Dei 10 miliardi di investimenti, circa la metà andrà alle fonti green (l'obiettivo è di arrivare a 5 GW di produzione), circa 1 miliardo sui sistemi di flessibilità e circa 2,5 miliardi sui servizi energetici per la decarbonizzazione dei consumi, la rimanente quota, pari a 1-2 miliardi di euro, sarà destinata alle attività del gas e alla crescita del portafoglio clienti.

Gli obiettivi che Edison si pone al 2030 sono tre: avere un portafoglio di contratti a lungo termine di approvvigionamento gas compreso tra i 13 e i 15 miliardi di metri cubi di gas naturale; portare i green gas - idrogeno e biometano - a rappresentare circa il 5% del portafoglio; realizzare un secondo deposito di piccola scala per il gas naturale liquefatto nel Sud del Paese. Infine, per quanto riguarda i servizi ai clienti, il target di Edison Energia al 2030 prevede di raddoppiare il portafoglio contratti da 2 a 4 milioni; lo sviluppo di 2mila comunità energetiche in ambito condominiale; lo sviluppo di oltre 100 Cer; e l'installazione di 2.500 punti di ricarica pubblici per auto elettriche.

A livello finanziario, tutto questo dovrebbe portare al raddoppio del gruppo: l'ebitda passerà dagli 1,1 miliardi del 2022 a un livello compreso tra 2 e 2,2 miliardi al 2030. Il portafoglio di attività, a fine piano, vedrà la generazione elettrica oltre il 45% della redditività, i servizi ai clienti contribuiranno per circa un quarto, il gas e la produzione termoelettrica per il 30%

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