Economia

Esselunga batte i discount. Un flop il carrello francese

Il gruppo di Caprotti leader per efficienza e redditività. Lidl e Eurospin in ascesa. Soffrono Auchan e Carrefour

Esselunga batte i discount. Un flop il carrello francese

Se non fosse per Esselunga, si potrebbe dire che l’Italia sta diventando un Paese da discount. E non solo. Nell’annuale fotografia realizzata dall’Area Studi di Mediobanca sulla grande distribuzione, emerge infatti che da Nord a Sud c’è un’offerta altissima (289 mq di supermercati ogni mille abitanti, siamo secondi dopo la Germania), ma che quella francese (Carrefour; Auchan- Sma) sta facendo flop. Tre aspetti rilevanti che raccontano dove va il Paese “reale” che mai come negli ultimi anni ha prediletto i market a basso costo, continuando a consumare dunque, ma con molta attenzione al prezzo. Così, tra 2011 e 2015, i ricavi della tedesca Lidl sono cresciuti del 43%, e quelli di Eurospin del 42,9% con quest’ultima che è riuscita a mettere insieme, dal 2011, ben 635 milioni di profitti. Solo nel 2015, i ricavi sono stati rispettivamente di 3,7 miliardi e 4,4 miliardi. Numeri importanti per un settore, quello della grande distribuzione, che cresce a piccoli passi, solo il 4,5% dal 2011.

Ma con delle eccezioni. Esselunga si conferma, infatti, il più efficiente gruppo italiano della grande distribuzione organizzata e tra i migliori a livello internazionale, con vendite pari a 15.732 euro per metro quadro nel solo 2015. Una performance con cui il colosso, rimasto recentemente orfano del suo fondatore, Bernardo Caprotti, ha battuto le Coop (considerando la media dell’aggregato degli undici gruppi si ottiene 6.856 euro per metro quadro) e le stesse low cost come Carrefour (5.171 euro per metro quadro). Insomma, in casa Esselunga si macinano risultati e l’efficienza ha portato ricavi per 7,2 miliardi nel 2015 con 1,13 miliardi di utili dal 2011. Eurospin è arrivato a 635 milioni, Lidl Italia a 206 milioni, Iper-Unes a 135 milioni. La Coop chiude la classifica con 109 milioni di euro, di cui 4 milioni di margine industriale e il resto derivante dai proventi della gestione finanziaria. A proposito di Coop, nel 2015 il dato aggregato segna un fatturato di 10,9 miliardi di euro, ma la loro crescita dal 2011 è piatta. Tornando ad Esselunga, lo studio Mediobanca – che quest’anno ha allargato l’orizzonte anche alla Gdo internazionale – fa emergere come potenziale partner del gruppo la olandese Ahold. Menzionata dal patron Caprotti in un’intervista a Panorama dello scorso anno, la compatibilità della catena straniera con quella italiana emerge anche nei numeri: nel 2015 gli olandesi hanno guidato la classifica delle vendite per metro quadro di superficie, elemento chiave per valutare l’efficienza di una Gdo, con 8.350 euro per mq, valore che sale a 12.775 euro considerando i soli negozi in Olanda.

Solo la catena di Caprotti fa meglio con 15.730 euro nel 2015, miglior performance in assoluto tra gli operatori anche nel raffronto internazionale. L’efficienza di Ahold si misura anche nel tasso di rigiro del magazzino, altro indicatore di efficienza gestionale: 16 giorni contro una media di 30 giorni (20 per Esselunga). E se nel confronto internazionale la spagnola Mercadona, la britannica Tesco, la statunitense Kroger e la belga Delhaize sono tra le altre eccellenze segnalate, decisamente male se la passano invece i cugini francesi al di qua delle Alpi. Lo shopping in Italia andrà pure bene, ma la loro discesa nel settore della gdo al momento è in rosso. In un mercato difficile, quasi saturo, con bassi margini, i colossi francesi Auchan-Sma e Carrefour hanno sofferto e perso posizioni. Auchan ha visto il suo fatturato in Italia crollare quasi del 20% e ha accumulato in quattro anni 559 milioni di perdite. Non meglio Carrefour che ha archiviato il periodo con oltre 2 miliardi di passivo e un crollo delle vendite del 9,6%.

Il riassetto del gruppo ha iniziato però a dare qualche frutto e nel 2015 il volume d’affari del colosso transalpino è cresciuto del 6,1%.

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