Economia

Euro, il funesto presagio del consigliere della Merkel

Per la Germania l'addio della Grecia all'euro non è più un problema: "Si farebbe male soltanto Atene". E boccia il piano di Draghi

Euro, il funesto presagio del consigliere della Merkel

"Sull’acquisto di titoli mi augurerei un po' di pazienza, da parte della Bce". In una intervista alla Stampa, il professor Lars Feld, consigliere economico della cancelliera Angela Merkel, si schiera apertamente contro il quantitative easing proposto dal governatore della Bce Mario Draghi. "L'operazione va vista anche alla luce della mossa della Banca centrale svizzera - avverte - l'euro dovrebbe continuare a scendere e favorire una ripresa dei prezzi".

Nell'intervista alla Stampa, l'economista torna anche sulla Grecia e sull'eventuale uscita di Atene dall'Eurozona. A suo dire non sarebbe più una minaccia. "Io non la consiglierei - spiega - ma se dovesse accadere, va detto chiaramente che il resto dell'Eurozona resisterebbe molto meglio rispetto a tre anni fa". E sottolinea: "La più colpita dal Grexit sarebbe la Grecia". Feld è addirittura disposto ad aprire una discussione sul debito, come ha chiesto Alexis Tsipras nelle scorse settimane. "Si può sempre discutere - avverte - ma io sto consigliando al governo tedesco di non accettare un taglio del debito". Un taglio che l’economista trova, comunque, "difficile". "Quello che è immaginabile - propone il conseigliere della Merkel - all’interno di un pacchetto di misure da negoziare con la Trojka entro fine febbraio, è istituire una linea di credito. Magari con impegni meno stretti, ma si tratterebbe comunque di impegni".

L'entità dei rischi legati alla Grexit non è facilmente quantificabile. Però i rischi ci sono. Per Feld "dipende molto dai greci". E fa notare: "Non penso che la Germania e il resto dell’eurozona vogliano buttarli fuori". Ma se la Grecia dovesse mai insistere con un taglio del debito, sarebbe molto difficile per i partner europei, soprattutto per la Bce.

"La Ue è una comunità basata sul diritto - conclude Feld - se un Paese non riesce a fare i conti con le sue regole, deve chiedersi se può ancora farne parte".

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