Economia

Facebook crolla in Borsa Pesa il conto della privacy

La crescita frena e in Europa iniziano a calare gli utenti: il network non piace più ai giovani

Facebook crolla in Borsa Pesa il conto della privacy

Deludono i conti trimestrali di Facebook e il titolo crolla del 18% (alle ore 20 di ieri sera) a Wall Street bruciando 95 miliardi di capitalizzazione in Borsa. Eppure il fatturato è cresciuto: +42% anno su anno a 13,23 miliardi di dollari nel trimestre, deludendo però le aspettative degli analisti e in brusca frenata, -7%, rispetto al trimestre precedente. Sono andati molto bene anche gli utili a 5,1 miliardi, ossia il 31% in più rispetto allo stesso periodo 2017. Ma a pesare sono alcuni fattori chiave. Non solo i risultati non viaggiano come previsto dagli operatori, ma soprattutto gli utenti del social network infatti non crescono più.

Gli attivi, a livello mensile, sono 2,23 miliardi, sotto il consensus degli analisti che si aspettavano 2,25 miliardi. E se negli Usa gli utenti giornalieri sono stabili a 185 milioni, in Europa - patria dello scandalo sulla privacy legato alla manipolazione dei dati di 87 milioni utenti Facebook da parte di Cambridge Analityca - sono scesi a 279 milioni da 282 milioni del trimestre precedente.

Il motivo? Il social network «invecchia» e la sua formula studiata nel 2004 per i pc poco si adatta ai dispositivi mobili, preferiti dai giovani. Che preferiscono nuovi concorrenti, dove trionfa il filmato e non la parola, come Istagram, che ha raggiunto il miliardo di iscritti e l'istant messaging WhatsApp, che fa sempre capo al gruppo fondato da Mark Zuckerberg. Tanto che ormai il 91% del fatturato generato dalla pubblicità arriva da dispositivi mobili, in rialzo dall'87% del secondo trimestre del 2017.

Il trattamento dei dati personali e la necessità di controllare le notizie pubblicati sui social, onde evitare le cosidette «fake news», pesano comunque sui conti. Per far fronte a questo problema la società ha annunciato un sostanzioso, nell'ordine del 50-60%, aumento delle spese. Lo sforzo è certificato anche dal numero dei dipendenti a tempo pieno che ora sono 30mila, il 47% in rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Anche qui, però, la preoccupazione arriva dal futuro. Il direttore finanziario, David Wehner, ha confermando che il rallentamento del 7%, accusato nel secondo trimestre, continuerà anche nei prossimi due, all'incirca con lo stesso ritmo. «La crescita del fatturato continuerà a decelerare nella seconda metà del 2018». Con una percentuale indicata come «high single digit». Cioè, per ogni trimestre, non oltre ma vicina alla doppia cifra. E dunque margini e utili dovrebbero assottigliarsi con margine operativo attorno al 35 per cento. Ovvero a livelli molto inferiori agli attuali: nel secondo trimestre il dato è stato del 44 per cento.

E nel quarto trimestre 2017 aveva raggiunto il 57 per cento.

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