Economia

Fca ribatte a Gm: avanti con Peugeot

Elkann: «Nessun timore, accuse false». E Exor ha 3,6 miliardi per lo shopping

Fca ribatte a Gm: avanti con Peugeot

La fusione tra Fca e Psa va avanti a vele spiegate, dribblando l'affondo di General Motors, e preparando il terreno ad Exor per un'ulteriore crescita. Mercoledì, la casa automobilistica Usa ha accusato quella italo-americana di aver inquinato le trattative sul contratto di lavoro pagando tangenti ai sindacati. Un attacco definito da Fca una «sconcertante manovra» per mettere in difficoltà l'azienda in un momento in cui «sta dimostrando di essere un concorrente sempre più forte». E che quindi «non ci preoccupa», ha chiarito ieri il presidente di Fca e di Exor, John Elkann, in occasione dell'investor day della holding a Torino.

Un appuntamento che ogni due anni vede «il ritorno a casa» di Exor che, dalle sale storiche della Fondazione Agnelli, fa il punto della propria strategia industriale. Un appuntamento in cui quest'anno ha tenuto banco anche la vicenda Gm.

«La affronteremo nei luoghi adeguati, e ci difenderemo con tutte le forze, mi dispiace solo che uno faccia accuse false a una persona come Marchionne che non si può difendere», ha aggiunto Elkann, ricordando la scomparsa del top manager nell'estate 2018. Insomma, la tempesta a stelle e strisce che tanto sta spaventando i mercati, non riuscirà a bloccare il matrimonio con i francesi. «Da come stanno lavorando le nostre squadre sono incoraggiato a pensare che a fine anno avremo il memorandum d'intesa», ha chiarito. «Abbiamo rafforzato il nostro impegno sull'auto ed Exor sarà azionista di riferimento che assicurerà stabilità». Elkann non ha escluso la possibilità di siglare con la famiglia Peugeot un patto di consultazione su modello di quello fatto con la famiglia Ferrari. «Vogliamo garantire stabilità ma non abbiamo ancora stabilito le modalità», ha precisato.

Sulla causa promossa da Gm ha detto la sua anche il numero uno del gruppo, Mike Manley, in una lettera ai dipendenti: «Non ci faremo frenare da questa azione. Manteniamo alto il nostro livello di prestazioni perché ha chiaramente preoccupato alcuni dei nostri concorrenti», ha aggiunto Manley.

Parole forti che ieri non sono riuscite, tuttavia, a rassicurare il mercato: il titolo Exor ha perso il 2,8% a 68,62 euro e il titolo Fca il 3,78% a 13,44 euro. A preoccupare è, in particolare, il peso della causa con la rivale che, secondo gli analisti di JpMorgan, potrebbe arrivare a costare fino a 6 miliardi di danni per Fca.

Aspettando che la disputa legale faccia il suo corso, la fusione italo francese sarà comunque fondamentale per lo sviluppo della holding nel mondo. Exor, grazie alla liquidità raccolta, intende infatti «comprare nuove società e sviluppare nuove capacità di investimento». Con le nozze la casa madre di Fca incasserà in un colpo solo una cedola di 1,6 miliardi. Inoltre, Exor conta di raggiungere «2 miliardi di liquidità entro il 2022, risorse che saranno destinate ad acquisizioni». Valori che portano la potenza di fuoco totale di Exor a ben 3,6 miliardi. Così, a dieci anni dalla sua nascita, la casa madre non intende mettere il freno a mano. Dal 2009 a oggi «abbiamo fatto 8,5 miliardi di investimenti e i dividendi ricevuti dalle partecipate sono stati 1,7 miliardi, mentre fra dividendi e acquisto di azioni proprie dalle casse della holding sono usciti 1,2 miliardi», ha spiegato Elkann. Un passato solido che dispiega nel futuro della holding alcuni step fondamentali. In primis lo spin-off del gruppo Comau.

Dopo di che Exor si prepara a nuove scommesse sull'Asia: «In Europa la nostra presenza è storica, mentre negli ultimi 10 anni c'è stata una grossa attività negli Stati Uniti, ora toccherà all'Asia».

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