Economia

Fiat, sentenza di Pomigliano Marchionne boccia i giudici: "Norme italiane? È folklore"

Dopo la decisione del tribunale che obbliga Fiat ad assumere 145 operai Fiom, l'ad del Lingotto: "Le implicazioni di questa decisione sono drastiche"

Fiat, sentenza di Pomigliano  Marchionne boccia i giudici: "Norme italiane? È folklore"

Dopo la decisione del Tribunale di Roma che ha obbligato Fiat a reintegrare 145 dipendenti Fiom dello stabilimento di Pomigliano d'Arco, Sergio Marchionne fa sentire per la prima volta la sua voce.

"Questa legge non esiste in nessuna parte del mondo, da quanto ne so. Focalizzare l’attenzione su questioni locali ignorando il resto è attitudine dannosa. Un evento unico che interessa un particolare paese che ha regole particolari che sono folcloristicamente locali", ha tuonato l'ad di Fiat.

Che poi ha annunciato che il Lingotto "ricorrerà in appello contro questa sentenza, ma concentrarsi su queste questioni locali è un atteggiamento dannoso. Ognuno di noi deve fare una scelta precisa, e decidere quale mondo vuole. Non si può appartenere a un mondo in cui esiste un’Europa unificata e pretendere contemporaneamente di sottostare alle regole del singolo Paese".

Per Marchionne, l'Italia "ha un livello di complessità nella gestione delle questioni industriali che non esiste in altre giurisdizioni. Le implicazioni di questa decisione sulla situazione del business italiano sono abbastanza drastiche, perché tutto diventa tipicamente italiano e quindi molto difficile da gestire. Allo stesso tempo, nei miei viaggi in Cina, negli Usa o altrove non vedo nessuno veramente interessato a questa decisione, non c’è nessuno che fa la fila per venire a investire in Italia. Non credo che cambierà nulla, si renderà solo tutto più complesso"

Il Ceo di Chrysler ha poi parlato del vertice tra i leader europei che si terrà nelle prossime 48 ore e ha dichiarato: "Penso che il nostro destino collettivo dipenderà da queste decisioni. Bisogna devolvere fette di sovranità dei singoli Stati a un ideale più vasto, che è la sopravvivenza dell’Ue. Finché si agisce in base alle regole della singola nazione, c’è un grande rischio che il progetto dell’Unione europea fallisca, e ciò non avrebbe ripercussioni solo sull’Eurozona, ma anche sul resto del mondo". Infine, Marchione ha definito "concreta" la possibilità di un’implosione dell’euro.

Per quanto riguarda il business internazionale, Marchionne, parlando a Changsha, nella Cina centro-meridionale, della capacità della fabbrica appena inaugurata nella quale si è iniziato a produrre la "Viaggio", ha spiegato che "potrebbe produrre in futuro anche per l’esportazione in Europa. La fabbrica ha l’architettura globale di Fiat e Chrysler e può fare auto per tutti e per tutto il mondo.

Potrebbe fare auto per il mercato europeo e americano".

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