Economia

Crisi, Bce taglia il tasso sui depositi

La Bce ha tagliato il tasso sui depositi delle banche di dieci punti base da -0,20% a -0,30%. Draghi: "Useremo ogni strumento per rialzare l'infalzione"

Crisi, Bce taglia il tasso sui depositi

Il direttivo della Banca centrale europea riunito a Francoforte ha tagliato, come molti si aspettavano, il tasso overnight delle banche, ovvero la percentuale in base al quale viene liquidato l'interesse corrisposto al depositante al momento dell'estinzione del deposito. Passa da -0,20% a -0,30%, il che significa che il costo che gli istituiti di credito della zona euro devono subire per "parcheggiare" da un giorno all’altro la liquidità nella banca centrale. Rimasto invariato il "Refi", il tasso di rifinanziamento "pronti contro termine", che è fermo al minimo storico dello 0,05%.

C'era grande attesa sull'intervento del presidente Bce Mario Draghi, come si legge in un comunicato dell'istituto di Francoforte: "Ulteriori misure di politica monetaria saranno comunicate dal presidente della Bce"

Draghi, intervenuto in conferenza stampa, spiega: "Dopo avere condotto una valutazione generale dei fattori che limitano il ritorno dell'inflazione al target del 2 per cento". Ovvero, la Bce avrebbe deciso di prolungare fino da settembre 2016 a marzo 2017, "o oltre, se necessario", la scadenza del Quantitative Easing (Qe). Sottolineando la determinazione della Banca centrale di intervenire per far rialzare l'inflazione e sostenere la ripresas economica in atto. Concetto ribadito dallo stesso Draghi: "Siamo pronti a usare ogni strumento a disposizione all'interno del nostro mandato". E ancora: "Non siamo intervenuti sul tasso di rifinanziamento principale perché quello sui depositi è diventato il tasso che guida" i mercati e quindi un intervento su quest'ultimo "avrebbe avuto conseguenze positive".

Rivelate anche le previsioni sul Pil dell'Eurozona. "+1,5% nel 2015 da +1,4% di settembre. Per il 2016 la crescita è confermata a +1,7%, mentre nel 2017 la crescita sarà dell'1,9% rispetto al +1,8% di settembre" ha spiegato Draghi.

"I rischi per le prospettive di crescita dell'area euro riguardano in particolare le incertezze accresciuta sugli sviluppi dell'economia mondiale, nonché ai rischi geopolitici più ampi. Questi rischi hanno il potenziale di pesare sulla crescita mondiale e la domanda estera di esportazioni dell'area euro e sulla fiducia, più ampiamente" precisa il presidente della Banca centrale europea

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