Economia

Generali scarica Standard & Poor's

Trieste rinuncia al rating: «Criteri inflessibili, non rispecchiano la solidità». E risparmia un milione

In polemica con i giudizi poco lusinghieri dell'agenzia, accusata di adottare criteri rigidi e di legare i suoi voti a quelli assegnati al debito sovrano dell'Italia, Generali è la prima tra le grandi società di Piazza Affari a compiere un passo simile. La compagnia non sarà più valutata dagli analisti di Standard & Poor's, mentre continuerà a pagare un «canone» per essere giudicata sia dagli altri due big Moody's (che valuta il Leone Baa1) e Fitch (A-), sia da AM Best (A).

La decisione di rompere con la maggiore delle agenzie di rating - spiega la società - fa seguito a un'approfondita analisi, nell'ambito della quale sono stati consultati anche investitori e altri stakeholder, e «si basa sull'inflessibilità dei criteri adottati da S&P nel tener conto del significativo miglioramento della solidità finanziaria di Generali raggiunta negli ultimi due anni. Inoltre il collegamento automatico al rating sovrano applicato da S&P non riconosce l'alto livello di diversificazione del gruppo né i benefici della sua ampia presenza geografica». L'agenzia assegna, infatti, i suoi voti (BBB+ nel caso del Leone) in modo automatico alle società italiane a non più di due gradini sopra il rating sovrano, indipendentemente da dove la società fa i suoi affari nel mondo, ma solo perché la sede legale è italiana. Proprio ieri, prima di ritirare il giudizio su richiesta del «cliente» Generali, S&P aveva confermato il suo voto: «I nostri rating sono limitati a due notches sopra il rating dell'Italia perché riteniamo che il gruppo sia molto sensibile al rischio Paese, come previsto dai nostri criteri, e pensiamo che Generali continuerà ad avere un'esposizione materiale sugli investimenti in Italia».

Come detto, la polemica parte da lontano, quando nel luglio 2013 S&P emise un downgrading a ruota con quello che colpì l'Italia. Nel frattempo Generali superarono l'ostacolo di uno stress test imposto dall'agenzia. Ma ciò non impedì a S&P, il 12 dicembre scorso, di effettuare un nuovo downgrading (da A- a BBB+) a ruota con quello italiano. «Non so a che cosa serve che questi signori facciano questo lavoro», aveva osservato Greco. Che alla fine non ha cambiato idea.

Facendo così risparmiare al gruppo un milione circa: il «canone» chiesto da S&P.

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