Economia

Google va contro Madrid Spente le news in Spagna

Il gruppo Usa blocca il servizio di informazioni dopo la legge che lo obbliga a pagare gli editori. Ma l'Europa ha bisogno di regole certe e concorrenza

La buona notizia della chiusura di Google News in Spagna è che nessuno perderà il posto di lavoro. Il «lavoretto» di assemblaggio delle notizie infatti è fatto da un computer secondo le regole precise imposte da un algoritmo, simile a quello del motore di ricerca, anche se dedicato solo agli articoli più letti.

Certo è che per il colosso di Mountain View la situazione in Europa si fa sempre più complicata tanto che, qualche settimana fa, l'europarlamento ha votato una risoluzione che invita Bruxelles ad esaminare la possibilità di imporre lo scorporo delle attività di ricerca dagli altri servizi. La logica sottostante alladecisione di Strasburgo è che il digitale deve essere un vero fattore di competitività. Occorre, quindi, che tutti i player possano competere tra loro in parità. Certo il cammino da compiere non sarà facile.

La decisione del governo spagnolo di far pagare dal 2015 gli editori da Google per la notizie che pubblica sul suo sito di news, ha comunque scatenato più di una polemica. «È stata una scelta giusta e, a mio avviso, condivisibile, seppur terribile per gli utenti: i rischi legali, per Google, nel continuare a tenere accese le news in Spagna erano troppo alti, vista la legge che entrerà in vigore da gennaio- dice l'avvocato Luca Bolognini, presidente dell'Istituto italiano per la Privacy e la valorizzazione dei dati- In Europa abbiamo legislazioni obsolete, assai analogiche e ben poco digitali, che non tengono conto del ruolo cruciale svolto da motori di ricerca e aggregatori a favore del pluralismo dell'informazione». Secondo il sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli la formula vincente potrebbe essere che gli «over the top» (come Google) debbano contribuire alla realizzazione della rete in fibra ottica in Italia. Potrebbe essere un giusto scambio sul fronte della concorrenza e del mancato pagamento delle tasse nel Paese dove i profitti vengono realizzati. Su questo fronte in Italia doveva essere varata una Google Tax che andava a colpire il modello di business, per lo più incentrato su sedi estere, delle principali web company statunitensi che operano del nostro paese. La tassa è stata stoppata da Renzi ma non c'è dubbio che la mano del legislatore debba, prima o poi, riuscire a mettere ordine sul web.

In Italia la questione è molto sentita tanto che la Federazione italiana degli editori, si è schierata al fianco dell'Agcom nel ricorso contro Google al Tar, che ha per oggetto questioni come la trasparenza sui dati del fatturato pubblicitario realizzato in Italia.

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