Economia

Ma i banchieri pensano a diminuire i costi

La riduzione dei costi è l'imperativo categorico dei principali banchieri europei. L'ultima conferma giunge dallo European Banking Barometer di Ernst & Young, ricerca condotta dalla società di consulenza intervistando 270 manager degli istituti di credito del Vecchio Continente.
In particolare, il 45% del campione ritiene che nel 2013 ci sarà una riduzione del personale nella propria banca, mentre il 58% degli intervistati pensa che le principali aree di intervento saranno i servizi universali (cioè gli sportelli) e il corporate & investment banking. «Circa la metà delle banche europee sta pensando di tagliare il personale perché controllare i costi diventa più difficoltoso in un contesto di bassa crescita», ha commentato Marcel Van Loo, capo del Banking per Europa, Medio Oriente, Africa e India a Ernst & Young. Il 44% dei banchieri (il 54% in Italia) infatti prevede un incremento degli accantonamenti e circa il 40% ritiene che sarà sempre più severo nella concessione del credito ai settori delle costruzioni (il 50% per gli intervistati italiani), dell'immobiliare e dei trasporti (in particolare l'automotive). È evidente, quindi, che se la maggioranza degli «addetti ai lavori» ha come priorità la cessione degli attivi (53%), il miglioramento del rapporto tra prestiti e depositi (44%) e l'attrazione di depositi (56%) ne consegue che un taglio al costo del lavoro appare imprescindibile.
Tuttavia, spiega lo European Banking Barometer, una via d'uscita per ristrutturare più velocemente l'intero comparto è quella delle aggregazioni. Il 57% dei banchieri italiani (il 42% nell'intera Europa) stima che nel 2013 ripartirà l'M&A e quindi fusioni e acquisizioni consentiranno di ottenere maggiori efficienze. D'altronde, a voler osservare le aspettative dei grandi manager le attese di crescita sono concentrate sul business dei depositi remunerati (48%) e sulle attività di banca commerciale (46%) che sono quelle con minore redditività.
In Italia, però, c'è chi si oppone a questa visione considerata troppo pessimistica. Il sindacato Fabi (guidato da Lando Sileoni) ha contestato le stime dell'Abi secondo cui nel 2013 il comparto bancario italiano otterrà un Roe medio molto modesto (1,7%). «Il biennio 2012-2013 - ha segnalato il segretario nazionale Giuliano De Filippis - garantirà utili per oltre 10 miliardi e di questi valori bisognerà tener conto nel confronto sindacale». In ballo ci sono 35mila posti di lavoro.

Alla vigile Bankitalia, come di consueto, il compito di tenere assieme il filo del discorso.

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