Economia

I big dell'auto chiudono un 2018 piatto

Immatricolazioni a 15,6 milioni, cresce Jeep. Le nubi sull'anno in corso

Il 2018, in Europa, chiude per l'auto in pareggio (-0,04%) con 15 milioni 624.486 immatricolazioni, quindi sugli stessi livelli del 2017. Male, invece, dicembre: -8,7%, mese condizionato dal pesante calo delle vendite in Francia (-14,4%) su cui hanno impattato le proteste dei gilet gialli. Tensioni politiche e sociali, esito della Brexit, andamento delle elezioni di maggio sono le incognite che preoccupano i costruttori per l'anno appena iniziato.

«E l'Italia - commenta Michele Crisci, presidente di Unrae - alle condizioni attuali e alla luce delle nuove tensioni non sembra poter dare il suo contributo positivo». L'introduzione dell'ecotassa, a partire dal primo marzo, viene infatti vista come un deterrente agli acquisti, un provvedimento inutile ai fini del rinnovamento di un parco circolante che resta il più vecchio in Europa. Il 2019, secondo Promotor, in Italia perderà per strada almeno 100mila autovetture. L'Italia, dal canto suo, chiude in negativo il 2018 (calo del mercato pari al 3,1%) insieme a Regno Unito (-6,8%) e Germania (-0,2%).

Positive Spagna (+7%) e Francia (+3%, nonostante la caduta verticale di dicembre).

L'anno nuovo, però, rischia di caratterizzarsi anche per un'emorragia di posti di lavoro. Ford, alle prese con un piano di ristrutturazione a beneficio della redditività, ha in previsione migliaia di tagli; la britannica, ma di proprietà indiana (Tata Motors), Jaguar Land Rover, ha messo in conto 4.500 esuberi su 43mila dipendenti. Le ragioni: l'effetto Brexit, la flessione registrata in Cina e la riduzione della domanda di veicoli diesel (problema comune a tutti i Paesi). Entrambe le aziende sottolineano che le uscite saranno volontarie e incentivate. Ma il segnale resta preoccupante.

In Italia, invece, Fca attende di toccare con mano gli effetti dell'ecotassa prima di decidere come rivedrà l'investimento di 5 miliardi negli stabilimenti. Il gruppo (+1,18% ieri in Borsa) ha concluso il 2018 con un calo delle vendite del 2,3% (1 milione 21.311 unità) e la quota mercato che arretra dello 0,2% al 6,5%. «La stabilità della quota è il segno che abbiamo intrapreso la strada giusta - osserva il coo per l'Europa, Pietro Gorlier -; Jeep (+55,6%) da 5 anni continua ad aumentare le registrazioni e rispetto al 2015 le sue vendite sono raddoppiate. La 500 ottiene il primato di consegne dal lancio a oggi». Chiudono in rosso Alfa Romeo (-3,4%) e Fiat (-8,8%). Volkswagen, infine, si conferma leader del mercato, seguita da un sempre più brillante Groupe Psa (+32,5%), la crescita più importante tra i costruttori.

PBon

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