Economia

I dieci luoghi dove le tasse spaventano meno

Paese che vai, tassa che trovi

I dieci luoghi dove le tasse spaventano meno

C’è chi ne vorrebbe pagare di meno e chi invece non le paga proprio. Altri come il premier Renzi ne hanno fatto il loro cavallo di battaglia preferito. Parliamo delle tante odiate, tasse. In Italia poi la questione ha ormai raggiunto livelli molto delicati, anche perché la pressione fiscale è aumentata. Ma il nostro paese nonostante non goda ultimamente di ottima salute, non è il paese più tassato del mondo e nemmeno dell’Europa. Democrazie nordiche come la Danimarca, la Svezia e la Norvegia ci superano di gran lunga, ma a differenza nostra garantiscono almeno servizi . Ma agli italiani questo non interessa, come invece interesserà sapere quali sono i paesi che riescono a tenere le tasse ad un livello particolarmente basso. Magari per studiarne anche solo le scelte economiche. Andiamo quindi a vedere come se la cavano gli altri “cittadini del mondo” in quanto a tasse. La Repubblica di Macedonia con il 7,4% è l’unica ad avere una tassazione inferiore al 10%. Ma c’è da dire che in seguito a questa scelta, il debito del paese è raddoppiato dal 2008 al oggi. Il Quatar con l’11,3%, è il primo paese della regione medio-orientale per la sua pressione fiscale più leggera.

In Kuwait invece vi potete aspettare di pagare solo il 12% di tasse. Un vero sogno ad occhi aperti. In Bahrein, invece le tasse per le aziende sono al 13,5% e non ci sono altre spese sul reddito, sui capital gain, sulle vendite, sugli interessi e i dividendi. Nel Lesotho, uno dei paesi più poveri dell’Africa, le spese si attestano ad un 13,6% . Inoltre è anche quello con la più bassa Total Tax Rate. In Arabia Saudita invece, grazie agli introiti derivanti dal petrolio, il Paese garantisce una bassa pressione fiscale che si attesta sul 14,5%. La Lituania ha un’imposta sul reddito particolarmente bassa (al massimo l’aliquota sale fino al 15%), a cui si sommano anche poche tasse sulle aziende (anche qui la percentuale è al 15%), mentre decisamente più alte sono le trattenute in busta paga (39,98%). L’IVA – o, meglio, il suo corrispettivo – è al 21%, ma in generale a queste imposte non se ne devono sommare molte altre (gli introiti derivanti da queste voci superano infatti ampiamente il 90% del gettito fiscale totale) e la pressione fiscale complessiva si attesta quindi al 20,9%, il più basso d’Europa. Questi cambiamenti sono motivati anche dalle ampie riforme che il paese sta vivendo. Dopo l’indipendenza dall’Unione Sovietica il sistema sociale è comunque rimasto immutato. La Georgia è uno degli stati che ha abbracciato una politica all’insegna di una bassa pressione fiscale per le aziende e ha ripetutamente tagliato le proprie aliquote che adesso, complessivamente, si attestano sul 16,4%. L’Albania ha tasse al 22,9 % ma anche tante problematiche.

L’imposta sulle imprese è al 15%, l’IVA è al 20% mentre la tassa sul reddito è da poco diventata progressiva (dopo essere stata per qualche tempo fissa al 10%) e prevede tre scaglioni, con rispettivamente lo 0%, il 13% e il 23% degli introiti da versare. Ovviamente tasse così basse hanno un costo in termini di servizi non indifferente: come molti di noi ricordano, la fine del comunismo comportò anni di grande fervore economico ma anche di grandi problemi sociali nel paese che si trova di fronte alle coste pugliesi. Gli anni ’90 furono infatti anni di liberismo estremo che portarono però rapidamente al collasso il sistema, tanto è vero che nel 1997 lo stesso governo dovette dimettersi davanti a una crisi soprattutto sociale che pareva inarrestabile. L’Ucraina che vanta una pressione fiscale al 28,1% . Negli anni ’90 c’è stata anche qui una spinta iperinflattiva dovuta al passaggio dall’economia pianificata a quella di mercato, che è stata parzialmente risolta all’inizio degli anni Duemila anche grazie all’industria pesante, che è rimasta qui dalla dissoluzione dell’URSS e ha continuato ad operare anche con buoni risultati; ma la crisi di Crimea e la situazione politica interna sempre più caotica hanno fatto ricomparire i vecchi incubi, svalutando nuovamente la moneta . Alla fine di questa breve classifica una cosa è certa. Paese che va, tassa che trovi.

Ma forse è il caso di dirlo, non è proprio tutto oro quello che luccica.

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