Economia

I pm verso il rinvio a giudizio di Nagel

La «conclusione delle indagini» prelude alla richiesta di processo. Ma la difesa ha 20 giorni per presentare memorie

I pm verso il rinvio a giudizio di Nagel

Dopo oltre due anni di indagini, iniziate nel luglio del 2012, il pm di Milano, Luigi Orsi, ha ieri notificato all'ad di Mediobanca, Alberto Nagel, e all'ex patron dell'ex gruppo Fonsai, Salvatore Ligresti, l'«avviso di conclusione delle indagini» sulla vicenda del cosiddetto «papello». Vale a dire quel documento, siglato da Nagel, nel quale Ligresti metteva nero su bianco le condizioni alle quali avrebbe accettato di farsi da parte dal gruppo. La «chiusura delle indagini» prelude normalmente alla richiesta di rinvio a giudizio, non avendo il pm optato per l'archiviazione. Ma la richiesta potrà essere avanzata al Gip solo tra 20 giorni. In questo periodo i difensori potranno chiedere di essere sentiti e inviare memorie.

A Nagel e Ligresti viene contestata l'accusa di ostacolo all'attività di vigilanza della Consob. Orsi, nell'atto di chiusura dell'inchiesta, scrive che l'«accordo» tra Nagel e Ligresti «non era comunicato alla vigilanza di mercato e anzi era tenuto nascosto mediante consegna all'avv. Cristina Rossello, segretario del patto di sindacato di Mediobanca». Per Orsi, come si legge nell'avviso di conclusione delle indagini, in presenza di una «situazione» nella quale il salvataggio del gruppo Premafin/Fonsai «era rappresentato come operazione dalla quale la famiglia Ligresti non avrebbe ricevuto alcun beneficio economico», il 17 maggio 2012 Nagel e Ligresti «siglavano un documento manoscritto»: il «papello». Intestato con la dicitura «accordi tra famiglia e Nagel, Pagliaro, Cimbri, Ghizzoni». Nel manoscritto, «acquisito agli atti», figurano «elencate una serie di utilità - scrive il pm - da riconoscere ai membri della famiglia Ligresti». E cioè «l'importo di euro 45 milioni netti per il 30% di Premafin, ai quattro (all'ingegnere e ai tre figli Jonella, Giulia e Paolo, ndr ) 700mila euro all'anno per 5 anni a testa, J. buonuscita per la carica, G. buonuscita+consulenza in Compagnie Monegasque, P. buonuscita o mantenimento della dirigenza nella società svizzera, Ing. (Salvatore Ligresti) contratto con Hines, uso gratuito per cinque anni uffici Milano Locatelli e Repubblica e Roma piazza di Spagna, segreterie attuali, autisti attuali, foresterie Milano e Roma, auto attualmente utilizzate, affitto per 5 anni appartamenti al Tanka, Fondazione Giulia con attuale dotazione, uso Cesarina e Cascina di Milano». Siglando il documento, Nagel e Ligresti, per Orsi, «consapevolmente ostacolavano la funzione di vigilanza della Consob con riferimento all'esistenza e alle circostanze della trattativa finalizzata a regolamentare l'uscita dei Ligresti» dal gruppo Premafin Fonsai. La Consob, infatti, in quei giorni stava decidendo di esentare Unipol dalla costosa Opa obbligatoria, solo a patto che ai Ligresti non venisse riconosciuta alcuna prebenda.

Nagel ha sempre sostenuto che la sigla sul papello fosse una semplice «presa d'atto», necessaria per evitare che Ligresti si mettesse di traverso nell'operazione di salvataggio.

Anche perché non era in potere né suo né della stessa Mediobanca soddisfare quelle richieste, che riguardavano attività in capo a Unicredit e Unipol.

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