Economia

«Improbabile una recessione»

Ma bisogna ringraziare le Banche Centrali

A livello globale si assiste a «un rallentamento del ciclo economico, evidente negli indicatori», negli Stati Uniti come nel resto del mondo, provocato da motivazioni diverse, ma per larga parte legato «al restringimento monetario della Fed dell'anno scorso e alle tensioni commerciali, più rilevanti in un'ottica di lungo termine».

Lo ha detto Bruno Rovelli, chief investment strategist di BlackRock Italia e parte del team client portfolio solutions, durante la presentazione del «Global Investment Outlook», l'aggiornamento di metà anno di BlackRock sulla congiuntura globale, dal quale emerge che i dazi hanno effetti evidenti, con ricadute anche sulle scelte di investimento corporate e «questo preoccupa di più, perchè colpisce soprattutto il settore manifatturiero globale». Un sostegno ai mercati viene dalla politica monetaria, accomodante sia negli Stati Uniti sia in Europa: «Il ciclo è in rallentamento, ma è difficile che vada in recessione. Non ci sono divergenze evidenti tra quello che la Fed fa, visto il rallentamento dell'economia americana, e quello che serve anche al resto del mondo, cosa che invece era successo in passato. Ci sono più rischi di lungo termine, ma per il momento prevalgono altri temi di breve», ha detto Rovelli, sottolineando che «ci si aspetta un allentamento monetario dalla Fed e dalla Bce, anche in un'ottica strategica», tanto più che «la capacità delle banche centrali di consegnare allentamento monetario è ancora abbastanza significativa. Poi si deve dibattere sul fatto che questo sia effettivamente in grado di sostenere il ciclo economico globale e i mercati finanziari». In un contesto di crescita più lenta, ha spiegato, «la nostra impressione è che ci sarà una stabilizzazione, in Europa già iniziata, e poi ci sarà un leggero miglioramento».

Non ci sarà invece un'accelerata, come si era visto dopo le turbolenze del 2015-2016, quando c'era stata una battuta d'arresto della crescita cinese e il petrolio era crollato: «Ci sarà un progresso meno robusto.

Il ciclo globale sta in piedi su politiche monetarie espansive, ma che hanno meno trazione rispetto al precedente periodo».

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