Economia

Imu agricola, imprenditori in rivolta: “Non possiamo pagarla”

Mentre in Senato si lavora per rimaneggiare il decreto legge, gli agricoltori, gravati di un'altra tassa, lanciano l'allarme

Imu agricola, imprenditori in rivolta: “Non possiamo pagarla”

È in discussione al Senato, in commissione Finanze, il decreto legge Imu agricola. E mentre a Palazzo Madama si discute, cercando di fare ordine nel pasticcio, agricoltori e allevatori di tutt’Italia protestano in piazza contro quella che, di fatto, è una patrimoniale sui possedimenti. Una nuova imposta – come se non bastassero quelle già in vigore – che acuisce le difficoltà del settore.

La tassazione, in breve, si applica a tutte quelle costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento dell’attività agricola. Ma fin dall’inizio è stato il caos, dalle scadenze (poi prorogate) del pagamento fissate dai comuni, all’esenzione per i terreni montani, passando per i ricorsi al Tar. Il tribunale si esprimerà in maniera definitiva il 17 giugno.

A inizio anno il governo fu sollecitato a rivedere i parametri e l’opportunità di imporre il tributo. Oggi la tassa rimane, ma è stata rimaneggiata. In primis, proroga di sei mesi del termine previsto per l’attuazione delle delega fiscale; in secundis, niente sanzioni né interessi fino al 31 marzo per chi versa l’imposta in ritardo (il fine ultimo era stato fissato al 10 febbraio).

Modifiche che non cambiano la sostanza: da nord a sud, coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali non ci stanno: bollano il tributo come iniquo e vessatorio e preparano menifestazioni. Ma il governo fa orecchie da mercante, non ascoltando l’allarme della categoria, sempre più lasciata sola nelle sabbie mobili. A Catania, scrive LaSiciliaWeb, Agrinsieme si fa megafono delle paure degli imprenditori locali e italiani organizzando un sit-in davanti alla prefettura:“ Chiediamo la cancellazione di una tassa iniqua e che non siamo in grado di pagarele nostre aziende sopportano un carico fiscale e burocratico insostenibile e l'Imu sarebbe una stangata insopportabile per l'agricoltura già penalizzata dai costi crescenti, dall'aggravio dei trasporti, dall'importazione sleale dei prodotti dall'estero, dalle accise sul carburante agricolo e dalla riduzione delle assegnazioni, dalla minore produzione nel settore Agrumicolo già afflitta dalle fitopatie, nel settore Olivicolo e Vitivinicolo, dalle continue avversità atmosferiche degli ultimi tre anni, dalla situazione pesante che vivono le aziende zootecniche, dalle carenze infrastrutturali e alla contrazione del credito”.

Mercoledì 4 marzo è in programma una protesta davanti a Montecitorio. In queste ore, mentre in Parlamento si lavora sulla legge, anche Matteo Salvini, si schiera al fianco degli agricoltori. Ospite di Rtl 102.

5, il segretario federale della Lega Nord ha detto: “Mettere un’altra tasa sugli agricoltori che si fanno il mazzo dalla mattina alla sera, da parte del governo, sarebbe secondo me una follia e faremo le barricate”.

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