Economia

Inps, Tito Boeri: "Reddito di cittadinanza? ​Costerebbe 30 miliardi"

Il presidente dell'Inps Tito Boeri nel suo videomessaggio di apertura del festival Nobilita ha parlato di reddito di cittadinanzam, jobs act e Fornero

Inps, Tito Boeri: "Reddito di cittadinanza? ​Costerebbe 30 miliardi"

Il presidente dell'Inps Tito Boeri nel suo videomessaggio di apertura del festival Nobilita ha parlato di alcune misure che riguarderebbero molto da vicino l'istituto di previdenza sociale. Boeri ha fatto i conti in tasca ai grillini e ha stimato il costo del reddito di cittadinanza: "Del reddito di cittadinanza esistono varie versioni. Quello pensato dai 5 Stelle costerebbe 30 miliardi: una cifra elevatissima. Per ridurre povertà e sostenere chi ha davvero bisogno, al contrario, secondo i nostri calcoli ne basterebbero fra i 5 e i 7, a patto di non dare soldi a chi non ne ha strettamente bisogno". Poi Boeri ha spiegato in che modo, a suo dire, vanno erogati i bonus e gli aiuti per le fasce più deboli: "Gli aiuti vanno erogati contro la vera povertà e non a pioggia. Oggi l’Inps ha un ruolo importante nel concedere il reddito di reinserimento. Il Rei può essere il primo passo. Bisogna, in ogni caso, che sussistano accertamenti rigorosi".

Poi ha anche parlato della proprosta per l'abolizione della legge Fornero: "È una norma draconiana perchè ha elevato l’età di pensionamento in modo drastico in una fase di recessione, ma era un provvedimento di natura emergenziale. Sette anni dopo la situazione si è normalizzata. Tornare indietro costerebbe tantissimo. La Lega - ha spiegato Boeri - ha proposto di tornare a quota 100 oppure di permettere di andare in pensione a tutti coloro che hanno almeno 41 anni di contribuzione alle spalle. L’operazione, sconsigliabile - ha concluso - costerebbe 90 miliardi in termini di debito pensionistico aggiuntivo". Infine, il presidnete dell?inps ha anche parlato dell'occupazione e ha "blindato" il Jobs Act: "Ha introdotto tutele crescenti ed ha esteso gli ammortizzatori sociali.

Tornare a prima delle tutele crescenti non ci riporterebbe a una situazione migliore, ma a tempi nei quali nessun giovane veniva assunto con contratti a tempo indeterminato".

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