Economia

Italia indebitata fino al collo: la "cura" Renzi non funziona

Rendimenti elevati dei bond pubblici. E il debito ha fatto un nuovo balzo in avanti arrivando a toccare i 2.169,9 miliardi

Italia indebitata fino al collo: la "cura" Renzi non funziona

Matteo Renzi ha poco da star sereno. La ripresa non si è vista. E l'Italia si sta indebitando fino al collo. Un macigno che pesa sulla futura ripresa del Belpaese. Nel Supplemento mensile al Bollettino Statistico su Finanza pubblica, fabbisogno e debito, la Banca d'Italia ha svelato il bluff del premier. Al 31 dicembre 2015 il debito pubblico ha fatto un nuovo balzo in avanti arrivando a toccare i 2.169,9 miliardi. A fine 2014 il debito ammontava a 2.136,0 miliardi e già valeva il 132,4% del pil. Cifre impressionanti che dovrebbero spaventare il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Invece il governo non muove un dito per invertire la rotta.

La scorsa settimana il crollo dei principali listini europei ha fatto temere una nuova crisi finanziaria. Il crollo dei titoli bancari è, infatti, coinciso con l'aumento del rendimento dei buoni del Tesoro dei Paesi periferici dell'euro. Uno schema analogo a quello del 2010-12. La combinazione tra rendimenti elevati dei bond pubblici, politiche di bilancio espansive, elevato debito pubblico e privato e bassa crescita economica è chiaramente insostenibile. E l'Italia è, insieme alla Grecia, il Paese maggiormente esposto al rischio di andare a gambe all'aria. Nel 2015 l'aumento del debito per 33,8 miliardi di euro è stato inferiore al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (49,3 miliardi) per effetto della diminuzione di 10,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (collocatesi a fine anno a 35,7 miliardi) e degli scarti e dei premi di emissione che hanno contenuto il debito per 5,1 miliardi. "Di contro - fa notare la Banca d'Italia - le variazioni dei cambi hanno aumentato il debito di 0,3 miliardi".

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 40,5 miliardi, a 2.077,5, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 6,6 miliardi, a 92,3; il debito degli Enti di previdenza si è ridotto di 0,1 miliardi.

Al 31 dicembre 2015 il contributo italiano al sostegno finanziario ai paesi della Uem ammontava a 58,2 miliardi (60,3 alla fine del 2014): 10 miliardi di prestiti bilaterali alla Grecia, 33,9 miliardi erogati per il tramite dell'European Financial Stability Facility (Efsf) e 14,3 miliardi di contributo al capitale dello European Stability Mechanism (Esm).

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