Economia

Italiaonline prepara l'addio a Piazza Affari

Il magnate egiziano Sawiris lancia un'Opa a 2,82 euro per azione

Camilla Conti

Quel che resta di Seat Pagine Gialle sta per cominciare la sua ultima, nuova, vita. Dopo averla comprata nel 2015 e averla fusa con la sua Italiaonline, che possiede i portali Virgilio e Libero, il magnate egiziano Naguib Sawiris lancerà un'Opa per prendersela tutta e toglierla dalla Borsa.

L'operazione verrà messa in campo dalla società lussemburghese Libero Acquisition di Sawiris e dalla controllata Sunrise Investments che hanno appunto lanciato un'offerta pubblica di acquisto volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie e quelle di risparmio dell'internet company. A chi aderirà verranno riconosciuti 2,82 euro in contanti per ogni azione ordinaria portata in adesione. Corrispettivo che incorpora un premio pari al 23,2% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni (venerdì il titolo ha chiuso a 2,32 euro con un rialzo del 3,5%) e del 23% rispetto al prezzo medio ponderato dell'ultimo anno. L'offerta avrà efficacia con l'acquisizione da parte di Sunrise Investments di almeno il 95% delle azioni ordinarie, calcolato al netto delle azioni proprie. E l'obiettivo, si legge in una nota, è quello di «semplificare la governance di Italiaonline mediante l'acquisizione della totalità del capitale sociale avente diritto di voto e il relativo delisting, riducendo i costi legati allo status di società quotata, nonché ottimizzarne la struttura finanziaria, riducendone i costi del capitale». Si tratta dell'ennesimo passaggio di mano per quella che un tempo era la società degli elenchi telefonici. Sawiris quattro anni fa ne aveva rilevato il 54% dai fondi Avenue e GoldenTree e aveva poi lanciato un'offerta a 0,39 centesimi. E pensare che nel 2000 le azioni Seat quotavano sopra i 7 euro e la società - in pena ubriacatura da new economy - valeva in Borsa 8 miliardi, mentre oggi la capitalizzazione supera di poco i 244 milioni.

Come sono stati bruciati i soldi di quella che un tempo era la compagnia degli elenchi telefonici? Dalla privatizzazione avvenuta alla fine degli anni Novanta, ci sono stati ben cinque passaggi di mano. Tutte le volte qualcuno si è arricchito e l'azienda ci ha perso. Il vero declino ha però inizio nel 2003 quando Seat finisce nel mirino dei fondi di private equity Cvc, Permira, Bc Partners e Investitori associati che la comprano da Telecom per 3 miliardi. L'anno dopo, dalla società viene prelevato un dividendo di 3,57 miliardi con il quale i fondi-azionisti riducono di fatto a soli 800 milioni l'esborso per l'acquisizione. I debiti netti arrivano a un passo dai 4 miliardi nel 2004. Una massa enorme di soldi a prestito che diventa un boomerang appena i tassi nel 2006 cominciano a salire.

Nel 2013 i vertici hanno chiesto e ottenuto l'ammissione al concordato preventivo con i creditori, nel 2014 il gruppo ha cancellato il debito finanziario da 1,5 miliardi con un maxi aumento riservato ai creditori.

E dopo è arrivato appunto Sawiris.

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