Economia

Tra Lamborghini e Ferrari parte la corsa negli Usa

Domenicali, scelto dai tedeschi alla guida del Toro, raddoppierà la produzione. E sarà sfida a Marchionne

Prese le misure con la nuova realtà, celebrati i 50 anni dell'icona Miura con una mostra in suo onore al Museo Lamborghini di Sant'Agata Bolognese e un tour esclusivo tra Emilia, Toscana e Liguria, Stefano Domenicali, da metà marzo nuovo numero 1 della Casa del Toro, è ora concentrato su mercati e piano di sviluppo. L'ex capo della Gestione sportiva di Ferrari, che la capogruppo Audi ha prima assunto in Germania e poi dirottato in Italia per dare seguito al piano di crescita di Lamborghini impostato da Stephan Winkelmann, si è posto subito l'obiettivo di consolidare la presenza del marchio negli Usa, il mercato più importante per la Casa bolognese. Domenicali, che ieri ha inaugurato il nuovo laboratorio di analisi per la lavorazione del carbonio di Seattle, nello Stato di Washington, ha ricordato il numero di supercar vendute nel 2015 negli Usa: «1.200, un terzo delle 3.245 auto che abbiamo consegnato in tutto l'anno». «La nostra - ha aggiunto - è una crescita stabile, ma non rincorriamo i volumi».

Lamborghini da una parte, con i suoi bolidi super sportivi dal design estremo; Ferrari, dall'altra, con le supercar e le gran turismo da sogno che si avvalgono del know how della F1: denominatore comune, oltre alla vicinanza tra Sant'Agata e Maranello, c'è il mercato Usa, fondamentale per entrambi i costruttori. E anche se Domenicali non lo ammetterà mai, la sfida con gli ex della Rossa sul terreno Usa è già in corso. Soprattutto nel futuro prossimo, quando la gamma di Lamborghini si arricchirà con il primo super Suv della sua storia, Urus, in produzione e in vendita dal 2018. E grazie al quale il polo di Sant'Agata raddoppierà e, con l'avanzamento del progetto, si creerano nuovi posti di lavoro (500, di cui 150 già «in linea», rispetto ai 1.300 addetti attuali). Grazie a Urus, inoltre, anche i volumi della Casa raddoppieranno a più di 6mila unità, con la prospettiva di calamitare l'attenzione di nuovi facoltosi appassionati. «Il nostro cliente tipo - ha precisato ieri Domenicali - ha fra i 35 e 45 anni, è dotato di una forte personalità e molto spesso è legato al mondo delle start-up».

È vero che Ferrari non ha in gamma e nemmeno prevede di realizzare un super Suv («dovete prima spararmi...», il commento del presidente Sergio Marchionne alla rituale domanda sulla possibile esistenza, in proposito, di un progetto a Maranello. Ma è anche vero che Audi Group (controlla Lamborghini, insieme a Ducati e Italdesign), avendo pure nel cuore la sportività e l'amore per le competizioni, guardi con attenzione alla crescita del Toro anche nell'ottica di una sfida a distanza con Ferrari.

E l'imolese Domenicali, classe '65, proprio per i trascorsi sportivi a Maranello, è la persona giusta per dare del filo da torcere a Marchionne, soprattutto nel mercato Usa.

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