Economia

L'Antitrust contro Telecom sulla nuova rete "ultralarga"

Procedimento per ostacolo alle gare Infratel e per le politiche di prezzo. La replica: "Abbiamo rispettato le norme"

L'Antitrust contro Telecom sulla nuova rete "ultralarga"

Sembrava una buona giornata per Telecom sul fronte delle polemiche per la realizzazione della rete a banda ultralarga che parevano smorzarsi. Invece l'Antitrust ha aperto un procedimento contro l'ex-monopolista per abuso di posizione dominante.

Eppure nel corso di un'audizione al Senato Domenico Arcuri, ad di Invitalia, azionista di riferimento di Infratel, la società che si occupa della mappatura della rete e delle gare per la banda ultralarga, aveva spiegato che nessuno, sul versante pubblico, sta pensando di chiedere i danni a Telecom per aver modificato i propri piani di investimento nelle aree a fallimento di mercato. E anche l'ad di Open Fiber, la società di Enel e Cdp che si occupa dello sviluppo della rete a banda ultralarga, ha aperto le porte ad una possibile trattativa con l'ex-monopolista. In tarda serata però, è arrivata la scure dell'Autorità garante della concorrenza, presieduta da Giovanni Pitruzzella, con l'avvio del procedimento.

A farlo partire sono stati ovviamente i concorrenti. Ossia Vodafone, Wind Tre, Open Fiber la stessa Enel e anche Infratel. Telecom, secondo quanto scritto dall'Autorità, avrebbe posto in essere una pluralità di condotte volte a perseguire «due obiettivi lesivi della concorrenza». In particolare l'ex-monopolista viene accusato di «ostacolare lo svolgimento delle procedure di gara indette da Infratel Italia per la copertura con reti Ftth delle aree bianche, in modo da preservare la posizione monopolistica storicamente detenuta in tali territori ed evitare l'ingresso di nuovi operatori concorrenti, accaparrandosi preventivamente la clientela sul nuovo segmento dei servizi di telecomunicazioni al dettaglio a banda ultralarga, anche con politiche commerciali anticoncorrenziali (prezzi non replicabili, lock-in)». Insomma, secondo l'Antitrust quella di Telecom è una strategia chiara che le consentirebbe di rendere meno contendibile agli altri operatori concorrenti la propria base di clientela al dettaglio nel processo di migrazione alle offerte a banda ultralarga. Ci sarebbe anche un vantaggio, sempre per l'ex-monopolista, anche sul mercato all'ingrosso (quello riservato agli operatori tlc). Tale politica infatti scoraggerebbe e renderebbe meno profittevole gli investimenti nelle nuove reti. L'avvio del procedimento, precisa l'Antitrust, è stato notificato ieri nel corso di ispezioni effettuate dall'Autorità in collaborazione con il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Insomma il cerchio si stringe intorno a Telecom, che non ha voluto stringere una alleanza con Open Fiber, la società che sta realizzando la rete a fibra ottica che dovrebbe competere con quella dell'ex-monopolista. Vero è che Telecom ha scelto in realtà un'altra tecnologia per la banda ultralarga non portando la fibra fino a casa ma solo fino al cabinet. Fatto questo che renderebbe incompatibile realizzare una rete comune.

La società comunque ha ribadito in un comunicato che l' avvio di istruttoria dell'Antitrust è dipesa dalla presentazione di una serie di esposti da parte dei concorrenti che vogliono impedirle la realizzazione dell'investimento previsto.

Tim è anche certa di avere agito nel rispetto delle norme e lo dimostrerà nelle sedi opportune confidando che, già in fase di istruttoria, emergerà la correttezza del suo operato.

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