Economia

L'energia fa il pieno di bond "verdi"

Dopo Eni e Enel, muove A2a. E nel mondo si attendono emissioni per 250 miliardi

L'energia fa il pieno di bond "verdi"

Sale la febbre da green bond. Dopo un 2018 sottotono, a causa dell'elevata volatilità del mercato, il 2019 si prefigura come l'anno dei record, ben oltre quota 100 miliardi. E in Italia sono tantissimi i gruppi dell'energia che cercano risorse per finanziare progetti eco friendly: centrali idro o eoliche, efficientamento energetico, uso sostenibile dei terreni, trattamento delle acque, edilizia eco compatibile. Perché? In primis grazie ai dettami europei carbon free che hanno spinto le società a investire nella transizione energetica; nonché il nuovo impegno dei fondi che devono declinare gli investimenti a favore di fattori ambientali, sociali e di governo societario (Esg). Insomma emettere bond verdi fa bene alla reputazione (e al rating) e attrae gli investori.
In Piazza Affari dopo Enel, Eni, Erg, Snam, Hera e Iren, la prossima a tastare il polso «ambientalista» degli investitori istituzionali sarà la multiutility lombarda A2a. Il gruppo guidato da Luca Valerio Camerano ha dato, infatti, mandato a un pool di banche (composto da Bpva, Bnp Paribas, Mediobanca e Unicredit), di organizzare una serie di incontri con gli investitori, per presentare il proprio Green Financing Framework. A partire da martedì, A2a «sfilerà» così a Milano, Londra, Amsterdam, Parigi e quindi in Germania. L'obiettivo è lanciare un'obbligazione decennale da 400 milioni a tasso.
Un mercato, quello delle obbligazioni verdi, che sta spopolando, anche grazie ai tassi bassi, e destinato ad espandersi. Se infatti, calcola Socgen, nel 2017 le emissioni di queste obbligazioni a livello mondiale hanno raggiunto i 137 miliardi di dollari, mentre nel 2018 la raccolta si è fermata a 112 miliardi, quest'anno è atteso un nuovo picco storico: secondo l'organizzazione internazionale Climate Bonds Initiative, il valore complessivo nel primo semestre del 2019 avrebbe infatti già superato la cifra record di 107 miliardi di dollari, un traguardo raggiunto solo 2 volte nella storia e mai così presto durante un'annualità. Ma la sfida ha commentato il direttore esecutivo della Climate Bonds Initiative, Sean kidney - per la finanza ambientale è ora raggiungere il trilione di dollari d'investimenti ecocompatibili annuali entro il 2020.
Guardando al mondo delle imprese dell'energia, a debuttare in Italia cinque anni fa è stata Hera, la multiutility di Bologna, poi quasi tutte le principali società del settore hanno diversificato il proprio debito finanziandosi con la propria obbligazione verde.
A gennaio, in particolare, è scesa in campo l'Enel di Francesco Starace con una maxi operazione da 1 miliardo. A marzo Snam ha poi collocato un climate action bond da 500 milioni, quindi mezzo miliardo anche per Erg, in aprile. Mentre Iren ha fatto due operazioni nel 2018, sempre da mezzo miliardo. Terna ha lanciato due bond per complessivi 750 milioni. E qualche giorno fa anche Hera è tornata a chiedere finanziamenti per mezzo miliardo. Tra le utility potrebbe muoversi dopo A2a anche Acea ed Eni. Mentre, tra i bancari, Ubi Banca ha esordito con 500 milioni e in fase di riscaldamento dovrebbe esserci Unicredit. Tra gli industriali, occhi puntati sulle Fs che in passato hanno già operato con obbligazioni eco friendly. Oltreconfine, sono state molto attive in questo senso il gruppo energetico francese Engie, il maggiore emettitore privato di green bond nel 2019 con 1,7 miliardi di dollari di obbligazioni, e il colosso petrolchimico coreano Lg Cheam (1,6 miliardi).
Quanto alla classifica per nazioni, sono invece Francia e Stati Uniti i Paesi che hanno emesso più obbligazioni verdi quest'anno, mentre dello scorso mese è l'annuncio che l'Olanda ha un piano da 6,7 miliardi di dollari in green bond. Pronta al debutto anche la Spagna.

Un fermento che ha portato gli analisti a stimare per il 2019 obbligazioni verdi tra i 180 e i 250 miliardi di dollari, un record assoluto.

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