Economia

L'Italia torna 20 anni indietro: 110 miliardi di investimenti bruciati in sette anni di crisi

Nessun altro indicatore economico ha registrato una contrazione percentuale tanto ampia. Così stiamo tornando ai livello di vent'anni fa

L'Italia torna 20 anni indietro: 110 miliardi di investimenti bruciati in sette anni di crisi

La crisi mette in ginocchio l'Italia. Tra il 2007 e il 2014, al netto dell’inflazione, l'ammontare complessivo degli investimenti nel Belpaese è sceso di ben 109,4 miliardi di euro, pari, in termini percentuali, a una diminuzione di 29,7 punti. Come rileva uno studio della Cgia di Mestre, nessun altro indicatore economico ha registrato una contrazione percentuale così ampia. Siamo così tornati ai livelli di vent'anni fa.

I settori che hanno subito i contraccolpi più significativi sono stati quelli relativi ai mezzi di trasporto. Autoveicoli, automezzi aziendali, autobus, treni e aerei hanno subito una flessione del 43,4% con una contrazione di 10,9 miliardi di euro. I fabbricati non residenziali, come i capannoni, gli edifici commerciali e le opere pubbliche, sono calati del 38,6% con un mancato investimento di 39,1 miliardi. Anche le abitazioni non se la passano meglio. Nello specifico, l’edilizia residenziale ha fatto segnare una variazione negativa del 31,6%. Che, in termini economici, significa 31,7 miliardi di euro in meno. Pesanti anche le ricadute subite dal settore informatico, con una riduzione pari a -30,1 per cento (-1,9 miliardi), da quello degli impianti e dei macchinari, che ha registrato una variazione negativa del 29,3 per cento (-25,4 miliardi), e dei software, che presentano una flessione del 10,8 per cento (-2,4 miliardi).

"Gli investimenti - sottolinea Paolo Zabeo della Cgia di Mestre - sono una componente rilevante del Pil. Se non miglioriamo la qualità dei prodotti, dei servizi e dei processi produttivi siamo destinati a impoverirci. Senza investimenti questo paese non ha futuro. Ricordo, altresì, che le imprese contribuiscono per oltre il 60 per cento del totale nazionale degli investimenti. Queste ultime, pertanto, - prosegue Zabeo - saranno chiamate a giocare un ruolo determinante".

Le uniche tipologie di investimenti che non hanno risentito della crisi sono state quelle riconducibili alla ricerca e allo sviluppo (+8,1%) e alle telecomunicazioni (+10,6%). Se nel primo caso l’aumento in termini assoluti è stato pari a 1,5 miliardi di euro, nel secondo caso la variazione positiva è stata di 598 milioni di euro. L'amministrazione pubblica è il settore istituzionale che in misura superiore agli altri ha tagliato di più. Sempre nel periodo tra il 2007 e il 2014, la contrazione in termini reali degli investimenti nella pubblica amministrazione è stata del 30,8%.

Seguono le famiglie consumatrici (-29,9%), le imprese (29,5%) e le società finanziarie (-23,3%).

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