Economia

La missione del 2017: salvare i nostri soldi

L’anno scorso Renzi commise l’errore fatale di sottovalutare la crisi di quattro banche. Gentiloni non faccia lo stesso

La missione del 2017: salvare i nostri soldi

Il 2017 dei risparmiatori italiani è iniziato solo ieri, con la riapertura dei mercati dopo il fine settimana di San Silvestro. A differenza di un anno fa, quando il 2016 fu salutato con un crollo del 3,2% della Borsa, ieri Piazza Affari ha brindato al 2017 con un rialzo dell’1,7%: un buon auspicio. Che ci pare possa valere come segnale per il governo e le istituzioni del Paese: la messa in sicurezza del risparmio, della ricchezza privata delle famiglie va collocata in cima all’agenda politica ed economica del 2017.

L’anno scorso il governo Renzi commise l’errore fatale di sottovalutare la crisi di quattro piccole banche (Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara), senza comprendere l’ampiezza degli effetti collaterali: non solo 10mila famiglie persero i loro soldi (quelli investiti nelle obbligazioni vendute allo sportello), ma in più, con la forza di un immediato contagio, per milioni di famiglie i risparmi considerati fino a quel momento al sicuro non lo erano più. In altri termini, il Paese si scoprì fragile proprio là dove aveva sempre pensato di essere forte: nella sua ricchezza privata, quei 4.200 miliardi di euro (il doppio del debito pubblico) che rappresentano la sicurezza nazionale. Il successivo tergiversare sulla crisi di altre banche e delMonte dei Paschi in particolare ha fatto il resto, congelando qualsiasi forma di credito, i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese: la paura ha paralizzato l’economia proprio nel momento della ripresa, che si è per questo rivelata la più debole d’Europa.

Ora il nuovo esecutivo, nato un po’ per caso dalle ceneri del referendum costituzionale, ha l’occasione di non ripetere lo stesso errore. E di fare la cosa giusta: salvare il risparmio degli italiani; metterlo al sicuro, innescando una virtuosa spirale di fiducia. In questo senso l’investimento dello Stato nelle banche è la scelta obbligata, di fronte alla quale le istituzioni non possono arretrare. Anzi, il governo dovrebbe rilanciare, mettendo sul piatto tutte le risorse necessarie, che secondo molti analisti sono superiori ai 20 miliardi fin qui immaginati. In ogni caso saranno soldi pubblici ben spesi, perché investiti a difesa di soldi privati. Poi servirà la pulizia. Lo abbiamo già scritto: l’utilizzo di soldi pubblici esige anche un’operazione trasparenza sui dissesti che ci hanno portatofin qui. Anche su questo l’attuale esecutivo ha l’occasione di rimediare all’inerzia del precedente.

E di fare la cosa giusta.

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