Economia

La "moneta" Facebook spinge sulle barricate le banche centrali

Sale l'allarme per la criptovaluta Libra Palazzo Koch: «Ci sono divise senza valore»

La "moneta" Facebook spinge sulle barricate le banche centrali

Martedì, mentre Mark Zuckerberg presentava al mondo la criptovaluta che punta a rivoluzionare il sistema finanziario sfidando il rivale Bitcoin e, nel lungo termine, anche la supremazia del dollaro, sul sito Internet di Bankitalia è comparso un avviso. L'istituto guidato da Ignazio Visco continua, infatti «a ricevere comunicazioni di privati che pretendono di utilizzare euro scritturali autonomamente creati, o che riguardano piattaforme e sedicenti organismi monetari con funzioni bancarie che creerebbero moneta scritturale garantita dalla Banca d'Italia».

L'unica forma di moneta legale è quella emessa dalla Banca Centrale Europea. Per questo da via Nazionale si rinnova l'avvertenza ai cittadini, già diffusa con un avviso simile nel 6 giugno 2017, a non utilizzare monete scritturali autonomamente create da privati non autorizzati e a non fare affidamento su organismi che pretendono di operare in tali forme di moneta, «la cui attività può configurare ipotesi di abusivismo sanzionabili».

La prestazione dei servizi di pagamento, attraverso moneta scritturale, è un'attività consentita per legge esclusivamente a banche, istituti di moneta elettronica, istituti di pagamento sottoposti per legge alla Vigilanza di Bankitalia. Che già nel 2017, oltre ad invitare i cittadini a non ricorrere a tali forme di «estinzione» del debito, aveva valutato la possibilità iniziative legali anche per contrastare «potenziali effetti destabilizzanti nei confronti dell'ordine pubblico economico».

C'è addirittura un catasto monetario europeo, l'Anagrafe Euro Scritturale, che tiene traccia della creazione della versione immateriale dell'Euro. Ma solo gli Euro che vengono correttamente contabilizzati alla creazione, ovvero quelli di origine controllata e garantita, potranno usufruire del servizio. Questo strumento è a disposizione delle autorità competenti al fine di verificare la diffusione di Euro regolarmente dichiarati, la cui creazione risulti dal registro dei flussi di cassa dell'attore della creazione stessa, ovvero pienamente conforme alle normative fiscali e contabili. Le banche ed altri attori, non ancora a norma, possono però richiedere di essere inseriti nel catasto «previa domanda scritta inviata agli amministratori e successivo esame e verifica dei requisiti di idoneità e conformità», si legge sul sito.

Certo, Zuckerberg non è paragonabile a chi pensa di stamparsi gli euro da solo come i fantastiliardi di Zio Paperone. Ma la Libra che nella fase iniziale, sarà uno strumento di pagamento piuttosto che una valuta - va ad aggiungersi ad altre monete virtuali (pionieri furono i Linden Dollar di Second Life, seguiti dai Coins di Amazon, prima della bolla dei Bitcoin) con cui le banche centrali dovranno fare i conti. E gli stati dovranno regolamentare u nuovi modelli di credito che fanno incontrare le funzioni di social networking con quelle di pagamento. Perché prevenire è meglio che combattere.

Nel frattempo, la criptovaluta presentata da Facebook ha già incontrato un ostacolo in patria. La presidente della commissione Servizi finanziari alla Camera Usa, Maxine Waters, ha chiesto che il colosso tech fermi lo sviluppo di Libra. «Facebook», ha detto una nota, «possiede dati su miliardi di persone e ha ripetutamente dimostrato di ignorare la protezione e l'uso attento di questi dati. Ha anche esposto gli americani ad account falsi e maligni di attori cattivi, inclusa l'intelligence russa e trafficanti transnazionali».

Ricordando che l'azienda guidata da Zuckerberg sta trattando con la Federal Trade Commission per la presunta violazione di un accordo sulla privacy degli utenti che potrebbe costare al gruppo miliardi di dollari, Waters ha aggiunto che il mercato delle criptovalute è privo di un framework regolatorio «per fornire protezioni forti a investitori, consumatori ed economia».

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