Economia

Il Monte di Stato al test dell'assemblea

Il Tesoro potrebbe puntare sul suo dirigente Turicchi ma serve il placet di Generali

Il Monte di Stato al test dell'assemblea

Domani i soci del Monte dei Paschi si riuniranno a Siena per la prima assemblea con il ministero del Tesoro azionista di maggioranza al 68,25 per cento. Ma non sanno ancora chi dovranno votare come nuovo presidente della banca da poco ricapitalizzata con l'intervento statale. Perchè il candidato dell'azionista di controllo, ovvero il presidente uscente Alessandro Falciai, ha annunciato venerdì il suo ritiro per gli sviluppi dell'indagine della Procura di Savona sulla società nautica Mondomarine proprietaria dei cantieri di Pisa e Savona che lo vede tra gli indagati per vari reati societari in qualità di ex presidente dell'azienda.

La squadra di Pier Carlo Padoan, che domani non potrà essere a Siena perchè convocato davanti alla Commissione Banche, sta lavorando in queste ore per trovare un sostituto di Falciai da affiancare all'ad, Marco Morelli. La strada seguita pare al momento quella di sceglierlo all'interno della lista diramata il 23 novembre: la soluzione più semplice sarebbe affidare l'incarico a Antonino Turicchi, riconfermato in cda e proposto come vicepresidente nella lista presentata dall'azionista pubblico a fine novembre. «Serve una soluzione di continuità, ovvero un presidente che conosca già la situazione del Monte anche perchè la banca deve ultimare la cessione di 26 miliardi di sofferenze, tassello fondamentale per il suo rilancio», fa notare una fonte finanziaria. Turicchi è un alto dirigente del Tesoro ma era entrato nel board nell'aprile del 2015 in quota Axa che dopo la ricapitalizzazione precauzionale è scesa dal 3,1% allo 0,03% del Monte di cui però è rimasta partner bancassicurativo. Ciò potrebbe però irritare le Generali che per voce dell'ad Philippe Donnet hanno già annunciato di voler giocare attivamente il loro ruolo di secondo azionista (con il 4,3%) e che domani proporranno all'assemblea tre consiglieri.

A tracciare l'identikit del presidente è stato lo stesso cda lo scorso 7 novembre. Tra gli orientamenti del board agli azionisti sulla dimensione e composizione del nuovo consiglio si legge che dovrebbe essere «una figura dotata di autorevolezza e prestigio personale tale da assicurare nel corso del mandato una gestione corretta e trasparente del funzionamento del cda e da rappresentare una figura di garanzia per tutti gli azionisti» e che «dovrebbe avere maturato esperienza in ambito internazionale, accompagnata da un'adeguata conoscenza di lingue straniere, in particolar modo di quella inglese». La scelta dovrà rispettare anche le nuove regole previste dalla Bce: il ministero dell'Economia emanerà, infatti, entro la fine dell'anno la direttiva che modifica l'articolo 26 del Testo Unico Bancario che disciplina i requisiti di onorabilità e professionalità dei banchieri.

In attesa di conoscere il nome del nuovo presidente, il cda uscente ha approvato nei giorni scorsi la nomina di 49 dirigenti che così salgono da 243 a 292. Mossa contestata dai sindacati perchè arriva dopo la drastica riorganizzazione del personale: 1.800 esuberi solo quest'anno e nei prossimi due anni usciranno altri 3 mila dipendenti. Per chi è rimasto, contratti di solidarietà, cioè meno ore lavorate e meno stipendio.

Mps dal canto suo fa sapere che le promozioni erano necessarie considerata l'uscita di dirigenti nell'ultimo anno e che il rapporto fra dirigenti e dipendenti al Monte è attualmente circa la metà della media del sistema bancario italiano.

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