Economia

Moody's e Fitch tirano la volata al Monti bis

Dopo aver ripetutamente attaccato il sistema Italia, le agenzie di rating Usa di nuovo in campo. Moody's: "Italia salva nel 2013". E Fitch "ricandida" il Prof

Adesso le agenzie di rating tirano la volata al Monti bis. Altro che elezioni democratiche. Da Moody's a Fitch, fanno tutti il tifo per un altro governo dei tecnici guidato dal premier Mario Monti. Secondo gli analisti di Moody's, la crisi del debito europeo è solo a metà strada "nel miglior dei casi" e Paesi come la Grecia e l'Irlanda potrebbero richiedere fino al 2016 per completare il loro programma di risanamento dei conti. Tutt'altro discorso per l'Italia che, al pari di Spagna e Portogallo, potrebbe uscire dall’attuale recessione entro la fine dell'anno prossimo se saprà applicare le riforme messe in cantiere sinora. Per mesi leagenzie americane hanno ripetutamente declassato e attaccato il sistema Italia contribuendo così alla nostra instabilità economica e politica. Ora che si avvicinano le elezioni politiche, si preparano a scendere in campo e a tirare la volata a un secondo governo guidato dal Prof.

Fitch lo dice chiaramente: Monti deve restare a Palazzo Chigi. I main sponsor del Prof, che da giorni va in giro a raccontare agli italiani che la crisi economica è bella che finita, sono proprio quelle agenzie che, con i loro report e i continui declassamenti del rating del debito sovrano italiano, hanno contribuito a creare la sfiducia nel nostro sistema trasformandolo in una ghiotta preda per la speculazione estera. Tutti tifano perché in Italia niente campi: basta elezioni democratiche, basta partiti, basta urne. "L’attuale governo italiano ha tantissima credibilità e Monti deve fare progressi il più velocemente possibile per creare una certa luce in fondo al tunnel", ha spiegato il direttore operativo di Fitch David Riley alla televisione di Bloomberg sottolineando come i rischi della fine del suo governo siano maggiori dei problemi dell’economia. D'altra parte, già lo scorso luglio, quando a sorpresa aveva abbassato il proprio giudizio sul nostro debito sovrano da A3 a Baa2 (appena due punti sopra il livello "junk", ossia il livello spazzatura), Moody's aveva spiegato che, a pesare sull'outlook negativo, incombe anche un rischio politico, che aumenta con l’avvicinarsi del voto della prossima primavera. "Il governo Monti a suon di voti di fiducia sta andando avanti per la propria strada ed è opinione comune tra gli analisti che, inquadrando le scelte di Monti - avevano spiegato a luglio gli economisti di Moody's - tali decisioni probabilmente cominceranno a non trovare più l’approvazione da parte dei diversi gruppi politici".

Insomma, sembrerebbe che le agenzie di rating americane siano allergiche alle elezioni. "L’Italia potrebbe vedere tornare nel 2013 la dinamica del pil a livelli pre-crisi", spiegano gli analisti di Moody’s sottolineando, però, che "l’aggiustamento potrebbe essere completo solo a metà" e "la recessione potrebbe durare fino al 2016". Se, infatti, Moody's è convinta che l'Italia possa uscire dal tunnel della recessione già sul finire dell'anno prossimo, Fitch vincola la riuscita alla rielezione di Monti a Palazzo Chigi. Non solo.

Ai microfoni di Bloomberg, Riley dice chiaramente che "i Paesi dell’Eurozona potrebbero subire nuovi abbassamenti del rating". Un avvertimento o una vera e propria minaccia?

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