Economia

Mps lancia l'aumento a un euro

Il Monte Paschi, la banca che per decenni ha rappresentato la finanza targata Pd, sta per trasformarsi in una public company da servire nei «piatti» dei grandi fondi internazionali. Nella tarda serata di ieri il consiglio di amministrazione era ancora chino sul dossier, ma nelle sale operative si stima che l'atteso aumento di capitale da 5 miliardi avrà un prezzo di un euro. L'operazione, a meno di colpi scena, scatterà lunedì prossimo per concludersi venerdì 27 giugno.
La distanza rispetto ai 25,6 euro segnati in Borsa appare siderale, ma l'impianto per essere compreso deve essere confrontato con il «Terp», il prezzo teorico dopo lo stacco del diritto, che viaggia attorno agli 1,56 euro. Lo sconto «reale» offerto dal presidente Alessandro Profumo e dall'ad Fabrizio Viola, agli attuali soci di Rocca Salimbeni è quindi prossimo al 35,5%. Un saldo notevole, ma in linea con quanto accaduto alla Popolare di Milano, all'inglese Barclays o alla tedesca Commerzbank. Il Monte, che oggi quota 2,9 miliardi in Piazza Affari e ha 117 milioni di azioni, dovrà quindi «stampare» 4,99 miliardi di titoli per raccogliere i 5 miliardi di euro previsti. Con un effetto diluitivo monstre rispetto all'utile per azione. Ne consegue, per differenza aritmetica, che il diritto avrà un valore di partenza pari a 23,5 euro: consentirà di sottoscrivere 214 azioni nuove (a 1 euro) per ogni 5 titoli posseduti. Una famiglia senese, che oggi detiene un'azione da 25 euro della banca, dovrà però sborsarne 40 per difendere la propria posizione.
Il rapporto, naturalmente, vale per tutti. Ecco perché, tra le banche del consorzio di garanzia, è marcata la convinzione che i primi ad aprire il portafoglio saranno i fondi che hanno preso posizione su Mps in occasione della discesa forzata al 2,5% con cui la Fondazione Mps ha raccolto i mezzi necessari per domare i debiti accumulati in passato.
Dovrebbero quindi fare la propria parte sia istituzionali come BlackRock (cui fa oggi capo il 3,2%) e Norges Bank, sia gli hedge: si dice che Tosca, Och Ziff e Marshall Wace siano già entrati nel capitale dell'istituto e che ora potrebbero affacciarsi i signori di York Capital e Paulson. Hanno comunque già chiarito che parteciperanno all'aumento sia i francesi di Axa (2%) sia la Fondazione Mps insieme ai suoi due alleati sudamericani Fintech e Btg Pactual. Il terzetto, che è legato da un patto parasociale che blocca il 9% del capitale, sborserà in tutto 450 milioni, di cui 125 da togliere dai bilanci di Palazzo Sansedoni. L'obiettivo dichiarato è scegliere chi dovrà sedere nel nuovo board del Monte: in particolare la Fondazione proporrebbe il presidente, mentre il capo azienda sarebbe scelto dai due gruppi stranieri, con un sistema di clausole di reciproco gradimento.
La ricapitalizzazione consentirà al Monte dei Paschi di saldare in contanti, come chiesto dall'Unione europea, la prima trance da 3 miliardi del debito contratto con lo Stato tramite i Monti bond.

Una volta sottratti dai 5 miliardi raccolti, i 500 milioni di extra-costi che Siena deve corrispondere al ministero dell'Economia e i 200 milioni di commissioni destinati alle banche del consorzio, a Mps resta un miliardo abbondante per rafforzare il patrimonio e attutire gli stress test.

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