Economia

Mps, Mussari e Vigni condannati a oltre 7 anni

È il processo sui derivati e il prestito Fresh con cui il vecchio Monte ha scalato Antonveneta

Mps, Mussari e Vigni condannati a oltre 7 anni

Era la mattina del 9 maggio del 2012. Una cinquantina di finanzieri si presentano, alle 7.20, a Rocca Salimbeni, sede del Monte Paschi e chiedono a tutti i dipendenti in arrivo l'area di appartenenza. Quelli della direzione centrale vengono invitati a non usare i computer. Tra le 64 perquisizioni anche quelle dell'abitazione e degli uffici senesi e romani di Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi e fino al 27 aprile presidente del Monte. Iniziava con questo blitz l'inchiesta Antonveneta che ha travolto la banca senese, i suoi vertici, un'intera città e il sistema che ruotava attorno a quel «groviglio armonioso» tra finanza e politica.

Ieri, sette anni e sei mesi dopo quella giornata, sono arrivate le prime condanne pesanti nell'ambito del processo di primo grado sulle operazioni in derivati Alexandria e Santorini, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico realizzate dal Monte tra il 2008 e il 2012 per coprire le perdite provocate dall'acquisto dell'istituto padovano dal Santander. E proprio sette anni e sei mesi è la pena decisa dai giudici di Milano per Mussari, (la procura aveva chiesto una condanna a 8 anni e una multa di 4 milioni). Condannati anche l'ex direttore generale Antonio Vigni (7 anni e tre mesi), l'ex direttore dell'area Finanza, Gianluca Baldassarri (4 anni e 8 mesi) e l'ex direttore finanziario Daniele Pirondini (a 5 anni e 3 mesi). Gli altri imputati condannati sono sei tra manager e ex manager di Deutsche Bank e due di Nomura. I giudici milanesi hanno anche disposto confische per un importo complessivo di oltre 150 milioni nei confronti delle due banche, tedesca e giapponese, che dovranno pagare sanzioni da oltre 3 milioni.

I reati ipotizzati nei confronti di tutti gli imputati nel processo sono, a vario titolo, manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all'autorità di Vigilanza (quest'ultimo in parte prescritto). Il processo, cominciato nel dicembre di tre anni fa, è ruotato attorno alle indagini - avviate a Siena e poi trasmesse a Milano per competenza territoriale - sulle operazioni che sarebbero servite per occultare nei bilanci del Montepaschi perdite per circa 2 miliardi. Nel procedimento era coinvolta anche Mps ma la sua posizione è stata stralciata perché la banca senese ha patteggiato una sanzione pecuniaria di 600mila euro e la confisca di 10 milioni.

Nomura ha espresso «disappunto» per la sentenza e intende considerare «tutte le opzioni, incluso l'appello» visto che «le sanzioni penali non saranno esecutive» fino all'ultimo grado di giudizio. Anche Deutsche Bank ha manifestato delusione ma valuterà le motivazioni «una volta pubblicate».

Il gruppo tedesco ha già raggiunto alcune transazioni con le parti civili tra cui Consob, uscita dal processo.

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