Economia

Il muro austriaco su banca Hypo

Il gruppo viennese ha ceduto le sue controllate europee ma non Alpe Adria. Che ora rischia la liquidazione

Lodovica BulianLa «banca tra le più solide e garantite d'Italia», come era stata più volte definita dai vertici dopo le operazioni di risanamento, è a un passo dalla liquidazione. Può sembrare un paradosso, invece è il destino beffardo riservato a Hypo Alpe Adria Bank Italia, l'istituto tutto italiano - 26 filiali sparse nel Nordest, 300 dipendenti e oltre 12mila clienti - sebbene di proprietà del ministero delle Finanze austriaco guidato da Hans-Jörg Schelling. Nella banca appena uscita da un passato difficile, macchiato dallo scandalo dei leasing dopati sfociato in un processo penale e in una risoluzione della Commissione Ue che ha imposto la chiusura entro il 2018, già si preparano gli scatoloni. Non è bastata la massiccia operazione di ristrutturazione per mano del socio austriaco - a luglio 2015 ha coperto perdite per 280 milioni, scongiurando il commissariamento di Bankitalia - condotta dall'ex direttore generale Marco Gariglio. Deciso a ripulirla dagli «scheletri nell'armadio» così da trovare un cavaliere bianco ed evitare il diktat europeo. Alle diverse manifestazioni di interesse arrivate sono seguite «ipotesi molto serie» di una vendita salvifica. Ma chi a questo punto già si immaginava di riportare la banca a nuova vita, non aveva fatto i conti con il muro alzato dall'Austria. «Barricate» le chiamano ora i sindacati in lotta per «tutelare 300 posti di lavoro». Il socio austriaco, riferiscono le indiscrezioni, nel tempo si è dimostrato «restio» a ogni trattativa. Qualsiasi tentativo si è infranto nell'atteggiamento «estremamente rigido», come lo descrive pure la governatrice del Friuli Debora Serracchiani, del socio d'oltralpe, lo stesso che ha spinto Gariglio alle dimissioni «per divergenze strategiche». Insomma, di cedere la banca non se ne parla, è la linea ufficiosa che si legge tra le pieghe dell'intricata vicenda che avvolge l'ultimo ramo sopravvissuto alla fine dell'impero finanziario della Carinzia, ora suo principale germe di default (il Land aveva garantito obbligazioni per 10 miliardi). Se le altre Hypo nazionali nel sud-est Europa sono state infatti vendute, il lieto epilogo per quella tricolore sembra ormai tramontare. Tanto da spingere la stessa Serracchiani, di fronte alla «rapida e negativa evoluzione alla quale stiamo assistendo», a coinvolgere il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan. Bankitalia osserva. I sindacati chiedono alle istituzioni di «battere un colpo». L'ultima parola però spetta solo a Vienna. Che sembra aver già deciso.

Le motivazioni, un mistero.

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