Economia

Marco Ponti: “Milano sposa Bergamo? A pagare sono i passeggeri”

Secondo l'economista le economie di scala sono poche e la concorrenza si ridurrà

Marco Ponti: “Milano sposa Bergamo? A pagare sono i passeggeri”

Nel plauso pressoché corale per la futura integrazione tra Sea e Sacbo (ovvero tra gli aeroporti di Malpensa, Linate e Orio al Serio), si leva anche qualche voce critica: l'unione dei tre scali lombardi, che andrebbe a creare un gruppo da 36 milioni di passeggeri e 830 milioni di fatturato, viene vista come il rafforzamento di un monopolio, senza la giusta considerazione per i diritti dei consumatori. Gli aeroporti lombardi cesserebbero di farsi concorrenza e farebbero fronte comune sul mercato.

Chi la pensa in questo modo, applicando i principi del pensiero liberale, è Marco Ponti, professore di economia dei trasporti al Politecnico di Milano. E non è il solo. Partendo da un assunto accademico, egli spiega: “Gli aeroporti sono monopoli naturali. Non è illegittimo che due di essi si fondano, ma a due precise condizioni, sulle quali devono vigilare le autorità di regolazione: che si creino autentiche economie di scala, e che i vantaggi non restino nelle mani dei monopolisti, per essere riversati sulla collettività”. Quanto alle economie di scala, Ponti non ne vede: “Compreranno insieme l'asfalto per le piste? I radar? I carrelli bagagli? Sono cose marginali. L'unica vera sinergia è una spartizione dei voli, a loro vantaggio”. Ma lo studio redatto dal professor Stefano Paleari, dell'Università di Bergamo, elenca una serie di benefici... “Sì, ma per gli stessi concessionari che hanno commissionato lo studio. Non si è chiesto se l'operazione giova alla collettività. Sia chiaro: non spetta a lui, ma alla mano pubblica. Tuttavia nella ricerca non c'è traccia di ricadute sul benessere collettivo”.

Un esempio, citato in questi giorni, può far riflettere sulla vicenda. E' ciò che è accaduto a Londra tre anni fa, quando le autorità di regolazione imposero alla società di gestione Baa di vendere due dei quattro aeroporti che possedeva, perché la concentrazione danneggiava i consumatori. “Londra è un esempio paragonabile, perché la concentrazione a cui si vorrebbe dar vita in Lombardia interessa un bacino analogo, di 8-10 milioni di persone”. Concorrenza migliore significa “guerra a favore degli utenti su tariffe e qualità del servizio”.

Ponti segnala un altro pericolo: “Con i monopoli i meccanismi clientelari aumentano. Anche Lenin diceva che il monopolista, con i maggiori profitti, corrompe i lavoratori del monopolio”. Ma – osserviamo – il piano nazionale degli aeroporti favorisce le integrazioni. “Questo è un settore che va regolato dove si spendono soldi pubblici. Dove le società si autoalimentano, devono valere le leggi del mercato. L'integrazione va bene se un'unica società di gestione possiede più scali lontani tra loro; se sono vicini, la tentazione di manipolare l'offerta e la domanda è forte”.

“Piuttosto – conclude Ponti – l'esempio di Londra dovrebbe far pensare a un'operazione diversa: dividere la Sea e creare due società distinte, una per Malpensa e una per Linate, favorendo concorrenza vera, a vantaggio degli utenti, tra due aeroporti oggi gestiti con una visione unica”.

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