Economia

Nel trimestre sale la fiducia, i consumi no

Cinzia Meoni

Aumenta la fiducia dei consumatori italiani, ma non i consumi. Anzi. Il Paese è sempre più polarizzato in specifiche categorie sociali e geografiche con esigenze e disponibilità divergenti. E, in questo contesto, la sfida per chi opera nella distribuzione si fa sempre più ardua. È questa la fotografia scattata da Nielsen e presentata ieri da Giovanni Fantasia, ad di Nielsen Italia, durante Linkontro, appuntamento annuale dedicato al settore del largo consumo.

Nel primo trimestre del 2016 l'indice di fiducia degli italiani si è attestato a quota 59, in crescita di due punti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma decisamente lontano dai livelli europei. Nonostante questo tuttavia, tra gennaio e aprile, il fatturato complessivo della distribuzione al dettaglio è sceso dell'1,1%. Nell'ultimo anno il segmento famiglie a basso reddito ha tagliato le spese del 9,1%, mentre le famiglie a reddito medio e alto le hanno incrementate rispettivamente del 2,2% e del 3,5 per cento. Si sta assistendo infine a una decisa polarizzazione anche per fasce d'età: nell'ultimo anno i giovani sotto i 35 hanno ridotto le spese per 721 milioni di euro, le persone tra i 35 e i 44 anni hanno tagliato complessivamente 433 milioni, mentre i 45-54enni hanno aumentato le proprie spese di 20 milioni, i 55-64enni di 396 milioni e gli over 65 addirittura di 778 milioni.

Tra le sfide dei prossimi mesi Fantasia cita «l'approccio al cliente integrato che superi la divisione tra fisico e virtuale» e l'intercettazione del cambiamento delle abitudini d'acquisto da parte dei giovani.

Nielsen delinea infine un identikit dei prodotto vincenti: quelli che propongono uno stile di vita sano (gli alimenti senza glutine hanno registrato un'impennata del 29,3%), quelli che facilitano la vita (le vendite di tramezzini confezionati sono aumentate del 35,2%) e quelli prodotti naturali (la frutta fresca è salita del 8,6%).

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