Economia

Nell'intesa Sky-Mediaset pesa la carta Open Fiber

Dal 2019 un super bouquet accessibile dal web. Vivendi prepara il trust per la quota nel Biscione

Nell'intesa Sky-Mediaset pesa la carta Open Fiber

Quale sarà il futuro dell'intrattenimento domestico? Forse quello immaginato da Sky e Mediaset con la loro intesa che porterà nelle case degli italiani un super bouquet di canali, in chiaro e a pagamento, ma tutti via Internet. La chiave è il nuovo decoder Sky Q, un ecosistema disegnato intorno alle persone che trasforma la casa in un ambiente integrato. Nel senso che i canali si possono vedere sulla tv ma anche su smartphone e tablet, via wi-fi. Sky Q, dal 2019 funzionerà anche tramite Internet oltre che via satellite.

Insomma un'idea per superare l'impasse delle nuove generazioni, poco avvezze allo schermo tv, ma non certo ai contenuti video che però vogliono vedere su tablet o smartphone. Ecco dunque spiegata la raffica di accordi della settimana scorsa di Sky che, oltre all'intesa con Mediaset sulla pay Premium e sui contenuti in chiaro, ne ha siglata un'altra con Open Fiber per avere accesso alla banda ultralarga e raggiungere direttamente gli abbonati via web senza passare da accordi in bundling con operatori di tlc.

L'intesa tra Open Fiber e Sky sarà operativa dal 2019 ma ancora non si sa se Sky farà tutto da sola, come in Inghilterra dove opera già come una «telco», o con un partner tlc. Certo e che tra un anno tutto può cambiare nelle tlc in Italia dato che, secondo gli analisti un matrimonio fra la rete di Open Fiber e quella che Tim si sta apprestando a scorporare, non solo è possibile ma anche auspicabile. In Gran Bretagna Sky ha comperato nel 2005 un operatore tlc, Easynet, e oggi conta 7,5 milioni di utenti, circa la metà degli abbonati alla sua pay tv. E fa anche l'operatore mobile virtuale da fine 2016 tramite un accordo con O2, che fa capo a Telefonica.

E dato che Sky ha già siglato un accordo con Netflix per convogliare le serie tv e i film del primo gestore di tv a pagamento via web e che, se non ci saranno intoppi da parte dell'Antitrust Usa, la pay tv di Rupert Murdoch dovrebbe essere acquisita da Disney, i contenuti da vedere tramite Sky Q certamente non mancheranno. Inoltre l'1 aprile è scattata la normativa che permette di vedere i propri contenuti a pagamento in tutti gli stati Ue, una specie di roaming dei contenuti. L'esclusa da questo super accordo è Vivendi, primo socio di Tim con il 23,9%, che il 24 aprile prossimo sarà sfidata nell'assemblea degli azionisti dal fondo Elliott che vuole cambiare la governance dell'ex-monopolista tlc. Il 24 aprile ci sarà anche la presentazione dei conti 2017 di Mediaset, di cui Vivendi è socia con il 29,9%. Ora, secondo le disposizioni di Agcom sulla legge Gasparri che vieta partecipazioni incrociate tra media e tlc, i francesi dovranno, entro il 19 aprile scegliere quale tenere tra le due quote in Tim e Mediaset.

Secondo indiscrezioni Vivendi è pronta ad affidare a un blind trust circa il 20% della quota Mediaset in attesa della prossima udienza in tribunale per discutere la maxicausa intentata dal Biscione dopo il rifiuto dei francesi di procedere all'acquisto di Premium.

Un accordo tra le parti (dato che Vivendi non vuol pagare) sembra infatti ormai molto difficile.

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