Economia

Norvegia prima al mondo per benessere. In Italia è emergenza lavoro

Norvegia prima al mondo per benessere. In Italia è emergenza lavoro

New York - Norvegia, Svizzera e Islanda sono i primi Paesi al mondo per benessere dei cittadini, con l'Europa che rimane saldamente in vetta come regione del pianeta. L'Italia, sulle 143 nazioni analizzate, è al 29esimo posto, mentre a chiudere la top 5 sono Danimarca e Svezia. È quanto emerge da uno studio di The Boston Consulting Group, che ha stilato la classifica degli stati più efficienti nel trasformare il reddito in benessere. Nel dossier vengono riportate le conclusioni dell'analisi annuale compiuta attraverso l'indicatore Seda (Sustainable Economic Development Assessment), strumento creato da Bcg nel 2012 per misurare l'efficacia delle politiche per il miglioramento del benessere delle persone. Considera per ogni Paese 40 indicatori di sviluppo.

Dalla ricerca emerge che non solo il Pil fa la felicità. Per affrontare le sfide del presente e quelle delle nuove tecnologie, che rischiano di aumentare le disuguaglianze, i governanti devono dotarsi di nuove strategie di sviluppo per intervenire con più efficacia su educazione e occupazione, salute e infrastrutture. L'approccio più adatto è quello a tridente, che integra i dati economici con quelli del benessere oggettivo (Seda) e soggettivo. Le diverse angolature dei tre indicatori permettono di evidenziare contraddizioni importanti: ad esempio, che paesi con benessere alto hanno punteggi di felicità soggettiva più bassi, a causa della disuguaglianza sociale.

Tra le nazioni in buona posizione, ma in declino, gran parte dell'Europa, tranne Svizzera e Polonia, e del Nord America, mentre crescono Giappone, Sud Corea e Cina, Vietnam e Indonesia. Calano invece Filippine, Nigeria e Pakistan. Quanto all'Italia, il posizionamento non si discosta dai risultati degli ultimi 5 anni: ha guadagnato una posizione dal 2018, ma ne ha perse quattro dal 2008.

Cresce il punteggio per l'ambiente, ma il grande problema è l'occupazione, dove l'Italia perde posizioni in tutte le analisi.

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