Economia

Ok ai 600 milioni per il Progetto Italia

Dai soci di Salini Impregilo via libera all'aumento di capitale. Nuovo nome entro Natale

Pietro Salini
Pietro Salini

Ora che tutti i tasselli finanziari sono al loro posto il Progetto Italia, che prevede un polo nazionale delle costruzioni intorno all'asse Salini-Astaldi, potrà debuttare a Natale. Con un nuovo nome, un nuovo piano e una governance ridisegnata.

In un'assemblea lampo, di circa mezz'ora, i soci di Salini Impregilo hanno approvato un aumento di capitale da 600 milioni, che l'ad Pietro Salini ha definito a servizio «di un progetto straordinario, per l'intero Paese, che significa infrastrutture e lavoro». Nella sede milanese erano presenti 147 azionisti, pari all'80,5% del capitale. E a votare sì alla ricapitalizzazione è stato il 98,5% dei presenti. Mentre il 96,7% ha scelto anche di modificare lo statuto. Dei 600 milioni di aumento, il gruppo Salini si è impegnato a contribuire per 50 milioni, altri 250 milioni verranno messi a disposizione dalla Cdp (attraverso Cdp Equity), altri 150 milioni dalle banche creditrici (Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm) e i restanti 150 milioni verranno invece offerti al mercato, per cui è stato costituito un consorzio di garanzia per l'eventuale inoptato.

Il polo delle costruzioni nazionali prenderà concretamente forma con la fine dell'anno ed entro il 2021 darà vita a un colosso con ordini per 71 miliardi, un fatturato di 12-14 miliardi che genererà un impatto sul Pil dello 0,3% l'anno. Una svolta visto che oggi Salini è un'azienda internazionale con una quota dell'82% dei ricavi generati all'estero: 6 miliardi in 50 Paesi.

Ecco allora che questo progetto rifocalizzerà il «general contractor» romano anche sul territorio nazionale e permetterà alle piccole aziende che ne faranno parte di poter contare sull'esperienza oltreconfine. Tra questi sarà certamente in partita Condotte. Ma non solo: all'orizzonte la più vicina sembra Pizzarotti e c'è anche Trevi.

«Abbiamo fatto offerte per poter prendere dei rami d'azienda. Siamo aperti a tutte le competenze, perché riteniamo che, messe insieme, riusciranno a fare un'impresa più grande e più forte», ha commentato l'ad. Nei prossimi 18 mesi, dunque, si costruirà la squadra. Come? «Non ci sono esclusioni», ha risposto Salini spiegando che Trevi, «è una società con un suo brand, una propria vita e sua storia», per cui «non è esclusa, anche se per ora non è parte di Progetto Italia». Invece, per quanto riguarda Pizzarotti, Salini ha ammesso che «ci sono contatti in corso».

Il lavoro comunque non manca. Il settore delle infrastrutture in Italia, pur essendo in affanno, è strategico per l'economia. Il fatturato è pari a 160 miliardi; ci sono 30 miliardi di infrastrutture pubbliche che valgono un milione di occupati e 36 miliardi di progetti sbloccabili concentrati al Nord, ma anche al centro e al Sud.

Un altro importante tassello finanziario definito ieri riguarda il fatto che Salini Impregilo acquisterà da Fortress e King Street il bond Astaldi da 75 milioni. «Un'operazione che - secondo il direttore generale Massimo Ferrari - consentirà l'erogazione ad Astaldi di nuova finanza per cassa fino a 190 milioni, di cui 50 milioni prevista nel corso del mese.

Un passaggio utile a riattivare i lavori nei cantieri e avanzare nel completamento delle commesse in portafoglio».

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