Economia

Orcel rafforza l'asse Unicredit-Allianz

Accordo quadro internazionale. Ai soci 3,75 miliardi di cedole e buy back

Orcel rafforza l'asse Unicredit-Allianz

Unicredit batte le indicazioni strategiche sul 2021, conferma la distribuzione di 3,75 miliardi tra dividendi e buyback ai propri azionisti sull'esercizio appena chiuso e una politica retributiva generosa per il futuro.

Tramontata per ora la crescita in Russia con Otkritie Bank a causa delle attuali tensioni geopolitiche nell'area, il gruppo di Piazza Gae Aulenti rafforza l'asse con Allianz nell'ambito della bancassurance in Italia, Germania e nell'Europa Centrale e Orientale, rinnovando gli accordi in essere nel Vita e nel Dati fino al 2027 con margini di flessibilità strategica per Unicredit a partire dal 2024 e investimenti congiunti (inclusi i settori della formazione e del marketing) finalizzati ad una integrazione dei processi e ad accelerarne la digitalizzazione. L'accordo con il gruppo assicurativo tedesco sarà preso a modello per valutare altre partnership che, secondo quanto dichiarato dall'ad Andrea Orcel nel corso della presentazione dei dati di bilancio, saranno destinare a ridursi in modo sostanziale. In Piazza Affari, il titolo ha risentito del clima di incertezza, terminando la seduta a 13,75 euro in calo dello 0,19% (a fronte di un -1,1% registrato dal Ftse Mib).

Più in dettaglio il primo esercizio firmato Orcel si è chiuso con un utile netto di 3,9 miliardi rispetto ai 3,7 previsti dalla banca a fronte di 17,95 miliardi di ricavi (+4,8% rispetto al 2020) di cui 6,69 miliardi di commissioni (+12%), una redditività (Rote) del 7,3% e un indice di patrimonializzazione (Cet1) del 15,03 per cento. Il quarto trimestre si è chiuso con un utile netto di 810 milioni e 4,4 miliardi di ricavi. Per il 2022 è atteso un utile netto superiore ai 3,3 miliardi, una redditività (Rote) superiore al 7% (dal 7,3% registrato nel 2021), margini di interesse stabili, commissioni in leggera crescita dopo il rally del 2021, costi stabili e costo del rischio intorno a 30/35 punti base (dai 37 del 2021).

I dati, secondo Orcel, mostrano che Unicredit ha molto valore che può essere creato organicamente. Per questo la barra per l'M&A resta alta, perché non deve distogliere l'attenzione a meno non ne valga davvero la pena. Per quanto per quanto riguarda l'Italia Orcel ha ribadito che la banca non ha necessità di aumentare le masse. Se ci saranno opportunità le considereremo nel miglior interesse per i nostri azionisti.

Questi risultati sono il preludio di quello che il nostro modello a basso assorbimento di capitale ci permetterà di conseguire nel 2022 e oltre, a beneficio di tutti gli azionisti ha sostenuto Orcel ricordando le indicazioni rilasciate, alla presentazione del piano industriale. L'obiettivo è chiaro: confermiamo l'impegno ad aumentare in misura significativa i rendimenti dei nostri azionisti senza compromettere la nostra robusta situazione patrimoniale ha concluso il manager che si è deto fducioso sulla nostra capacità di continuare a remunerare gli azionisti in modo adeguato nell'arco del nostro piano (che nel triennio prevede la distribuzione di 16 miliardi ndr) e oltre.

CM

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