Economia

Orogel brinda ai suoi primi cinquant'anni con un fatturato in crescita a 633 milioni

Il direttore generale Foschi: «Previsti 100 milioni di investimenti fino al 2018»

Paolo Stefanato

Orogel, il leader italiano nei surgelati vegetali, festeggia i cinquant'anni di attività con un fatturato a 633 milioni, in crescita del 9% sul 2015. La parte che riguarda spinaci, minestroni e ortaggi surgelati vale 239 milioni (+10%); tutto il resto appartiene ad attività diverse, dalla commercializzazione di prodotti freschi, alla riproduzione di piantine, alla produzione di biogas con gli scarti, all'informatica al servizio del gruppo e di terzi. La parte surgelati è quella più nota al grande pubblico, che arriva sulle tavole delle famiglie sia con il marchio Orogel, sia con le marche private delle principali catene.

Anche il 2017 sta andando bene: «I primi quattro mesi hanno registrato una crescita del 14-15% - rivela il direttore generale Giancarlo Foschi - anche in conseguenza del freddo che ha colpito parte dell'Italia: perchè quando il prodotto fresco aumenta di prezzo, il surgelato si vende di più». Attualmente, fino al 2018, sono in corso investimenti per 100 milioni, a cominciare da un magazzino frigorifero da 35 milioni nella sede di Cesena, in Romagna.

Orogel è una cooperativa (bianca) che conta 1.570 soci, ciascuno dei quali è un autonomo imprenditore agricolo che fornisce le materie prime alla società. Quest'ultima tiene sotto controllo l'intero sistema, dalla scelta del terreno alla varietà del prodotto da seminare, ai tempi di trattamento, al momento della raccolta; in pratica il socio presta terreno e attività, mentre la capogruppo presidia l'intera filiera per garantire la qualità finale. Il prodotto viene conferito e il prezzo è stabilito alla chiusura del bilancio, in base ai prezzi di mercato e alle quantità ritirate. La cooperativa, tipicamente, non distribuisce utili. «In 42 anni di attività nei surgelati spiega Foschi mai sono calati i prezzi pagati ai fornitori, che come minimo hanno recuperato l'inflazione. Il socio è tranquillo, l'unico suo rischio è la resa del terreno, che deve dare la produzione pattuita. Ma se una calamità dovesse impedirlo, noi interveniamo con un apposito fondo rischi». La cooperativa gode di vantaggi fiscali «ma il contraltare è che non si possono remunerare le quote, le quali non si valorizzano e che anche dopo decenni mantengono il valore iniziale». La novità annunciata per l'autunno è il brodo di verdure in gocce surgelate, senza aggiunte né di coloranti né di insaporitori, nemmeno di sale.

«Nel mondo del surgelato assicura Foschi - non esiste nulla del genere.

Ci crediamo molto e contiamo che sia un successo».

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