Economia

Padoan: "Su Mps non c'è un piano B"

Il ministro: "L'aumento funzionerà". Ma il Tesoro non sa ancora se parteciperà

Padoan: "Su Mps non c'è un piano B"

nostro inviato a Cernobbio (Como)

Il Tesoro, con in tasca il 4% del Monte dei Paschi, non ha alcuna intenzione di restare con il cerino senese in mano. E ancora non si sbilancia sulla partecipazione al maxi-aumento di capitale da varare entro l'anno.

Intanto, sulla terrazza di Cernobbio dove ieri non si sono visti né l'ad di Mps, Fabrizio Viola, né il presidente Massimo Tononi - si ostenta ottimismo sulla ristrutturazione dell'istituto di Rocca Salimbeni, che prevede anche lo smaltimento di 27 miliardi di sofferenze con l'intervento del fondo Atlante: «Nessun piano B, quello attuale funzionerà», ha detto ieri il ministro Pier Carlo Padoan a margine dei lavori. «Valuteremo cosa fare, dipenderà anche dalle modalità con cui si svolgerà l'aumento. Quando saranno chiari tutti i dettagli decideremo la scelta più opportuna per difendere l'azionista ma, soprattutto, la stabilità», ha poi aggiunto Padoan. Quanto all'ipotesi di una conversione volontaria in azioni delle obbligazioni subordinate, il ministro si è limitato a commentare che «tutte le opzioni sono sul tappeto, le stanno valutando con efficienza perché comunque i tempi sono piuttosto stretti. Probabilmente diverse opzioni conviveranno per raggiungere il valore complessivo dell'aumento di capitale».

La conversione dovrebbe comunque riguardare solo una buona percentuale dei bond in mano agli istituzionali (oggi oltre 3 miliardi) in modo da ridurre l'entità della ricapitalizzazione intorno a 3-3,5 miliardi di euro rispetto ai 5 miliardi complessivi previsti.

Di Siena ha parlato anche Matteo Renzi: «Credo che ci siano le condizioni perché il tema delle banche, anche grazie al lavoro svolto da Atlante, possa essere affrontato nei prossimi mesi in maniera definitiva», ha detto nel suo intervento. Loquace anche il creatore del Fondo Algebris e finanziatore delle Leopolde renziane, Davide Serra: Mps sta «chiedendo troppo capitale: 5 miliardi sono troppi, per me ne bastano 3 e li trovano facilmente, mentre 5 miliardi potrebbero essere difficili da trovare». Il finanziere promuove quindi l'idea di convertire una parte dei bond. E l'ex numero uno del Monte, Alessandro Profumo, ha aggiunto: «Se si riesce a convertire una parte dei bond istituzionali senza avere alcun effetto contagio» o panico «verrà valutato». Del Monte non ha invece voluto parlare l'ex ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, che ora per Jp Morgan sta seguendo il riassetto senese e che ieri a Villa d'Este ha evitato qualsiasi commento sull'operazione.

Dopo le dichiarazioni di Renzi e di Padoan a Piazza Affari il titolo Mps è rimasto stabile per poi chiudere la seduta con un +0,84% a 0,24 euro.

La performance dell'ultimo mese resta ancora negativa: meno 22,16 per cento.

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