Economia

Più utili del previsto per Cdp Gestite risorse per 29 miliardi

Profitti a quota 2,1 miliardi. Ok al nuovo Statuto che allarga il raggio degli investimenti

Più utili del previsto per Cdp Gestite risorse per 29 miliardi

Durante la crisi Cassa Depositi Prestiti ha continuato, in anni di credit crunch , a pompare liquidità nel sistema: 63 miliardi nel triennio 2010-2012, mentre per quello 2013-2015 punta a mobilitare risorse per 90 miliardi. Un fiume di denaro in uscita che non impedisce alla Cassa, guidata da Giovanni Gorno Tempini e presieduta da Franco Bassanini, di chiudere il 2014 con un utile superiore alle attese: 2,1 miliardi, secondo i risultati preliminari esaminati dal cda. Il patrimonio netto cresce dell'8% a 19,5 miliardi, mentre il margine d'interesse frena a 1,2 miliardi.

Intanto l'assemblea degli azionisti (il ministero dell'Economia ha l'80% del capitale e 63 fondazioni bancarie l'altro 18,4%; il resto sono azioni proprie) ha approvato alcune modifiche dello Statuto permettendo - come prevede la legge «Sblocca Italia» - all'istituto di ampliare il suo perimetro d'azione.

D'ora in poi la Cdp potrà così introdurre progetti di cooperazione internazionale fra le sue attività e potrà utilizzare la raccolta garantita dallo Stato (cioè i fondi derivanti dal risparmio postale, libretti postali e buoni fruttiferi, che nel 2014 hanno realizzato 252 miliardi) anche per finanziare imprese italiane private in progetti di «pubblica utilità» in settori di «interesse generale», che saranno individuati con decreto del ministro dell'Economia.

Fino ad adesso i fondi del risparmio postale garantiti dallo Stato potevano essere utilizzati solo in favore di enti e attività pubbliche. Continua così quel processo iniziato da Giulio Tremonti per permettere alla Cassa di sostenere l'economia del Paese intervenendo anche in progetti privati, piccole e medie imprese incluse, aumentando via-via le risorse in tipologie sempre più ampie di investimenti. Con le nuove modifiche la Cdp potrà anche finanziare con la raccolta non garantita dallo Stato (cioè quella effettuata attraverso emissioni ad hoc rivolte a investitori istituzionali) opere, impianti, reti, dotazioni destinate non più soltanto alla fornitura di servizi pubblici e alle bonifiche, ma in modo più ampio a iniziative di pubblica utilità. Potrà finanziare investimenti finalizzati alla ricerca, allo sviluppo all'innovazione, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale, alla promozione del turismo, all'ambiente ed efficientamento energetico e alla green economy.

Resta sempre ferma la regola per Cdp di poter finanziare solo aziende in «stabile situazione di equilibrio finanziario, patrimoniale ed economico e siano caratterizzate da adeguate prospettive di reddittività».

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