Economia

Piazza Affari perde 5 posizioni e scivola al 20° posto al mondo

Negli ultimi 11 anni la capitalizzazione della Borsa italiana ha subito il sorpasso dei grandi listini asiatici

Piazza Affari perde 5 posizioni e scivola al 20° posto al mondo

Piazza Affari perde quota nella finanza globale, ma chi avesse puntato una fiche sugli indici tricolori a fine 2008 avrebbe comunque visto crescere il valore dei propri dei propri investimenti. Cento euro investiti quasi undici anni fa sulla Borsa Italiana sarebbero saliti oggi a 169 euro e avrebbero addirittura raggiunto quoto 476 euro qualora si fosse scelto lo Star (segmento titoli ad alti requisiti). Tuttavia, non sempre Piazza Affari si è rivelata una scelta migliore dei Btp: sui 177 titoli quotati, costantemente, nel corso di questi quasi undici anni solo quattro titoli su dieci hanno offerto un rendimento migliore rispetto a quello garantitolo dai titoli di Stato. Occorre infine fare attenzione: nel lungo periodo dal 1928 ad oggi, il rendimento reale di Piazza Affari è negativo del 2,1% annuo. A rivelarlo è lo studio annuale «Indici e dati» dell'Area Studi di Mediobanca, che fotografa l'andamento della Borsa Italiana, confrontandola alle principali piazze finanziare internazionali.

Undici anni fa Piazza Affari era la sedicesima Borsa al mondo con una capitalizzazione di 375 miliardi (pari al 24% del Pil) e con un peso pari all'1,5% sulle Borse mondiali. A fine settembre invece Palazzo Mezzanotte si posizionava al 20° posto in classifica con una capitalizzazione di 517 miliardi di euro (pari al 30% del nostro Pil e allo 0,7% della capitalizzazione delle Borse), in crescita a 618 miliardi se si dovessero includere le società attive in Italia ma con sede all'estero come Fca, Stm e Tenaris. Il passo indietro in classifica è legato al dinamismo delle piazze emergenti (anche Thailandia con i suoi 514 miliardi di capitalizzazione è sempre più vicino), al miglior andamento di altre borse europee e del mercato australiano e, infine, a una performance inferiore, in undici anni, rispetto a quella registrata dalle prime 25 Borse mondiali (il +40% messo a segno da Milano si confronta con il +592% di Bangkok, il +566% del Nasdaq, il +313% di Shanghai, il +276% di Hong Kong, fino al +120% di Londra e al +118% di Francoforte). Più in dettaglio, per quanto riguarda il listino milanese, nell'arco di questi undici anni a vincere sono state le società di media capitalizzazione con un rendimento medio annuo del 10,7% rispetto al +4,2% registrato dai primi trenta gruppi.

A livello settoriale il comparto più redditizio si è rivelato quello industriale (con un rendimento annuo del 9,1%), mentre il settore bancario ha perso il 40% circa.

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