Economia

Le Popolari bombardano la riforma

Le cooperative: «Il decreto Renzi è ingiustificabile, così il governo ci vende ai big esteri». Ma si tenta la mediazione

Le Banche popolari preparano le carte bollate contro il colpo di mano del governo Renzi per tramutarle in spa, su ordine della Bce di Mario Draghi, ma aprono alla mediazione. «Non lasceremo nulla di intentato» per cancellare un decreto legge «ingiustificato e ingiustificabile», ha alzato la voce Assopopolari, la lobby della categoria, dopo il vertice di ieri pomeriggio a Milano tra i decani dei gruppi coinvolti. Le mutue, sulle base di un parere legale, sarebbero convinte di poter impugnare il decreto legge perché non sussisterebbe l'«urgenza» di riformare il settore.

L'idea di scassinare le cooperative, imponendo entro 18 mesi di cancellare il principio vitale del voto capitario (una testa un voto, indipendentemente dal numero di azioni possedute) rappresenta «una politica economica finalizzata esclusivamente» a consegnare le chiavi e la proprietà «di una parte rilevante del sistema bancario italiano» nelle mani dei gruppi esteri. Subito dopo, però, Assopopolari prova la mediazione con Bankitalia e Parlamento, dove le mutue contano appoggi bipartisan: le cooperative promettono che, se riusciranno a fermare la slavina, «continueranno con maggiore urgenza e determinazione» a far evolvere il proprio ordinamento. In pratica l'associazione guidata dal presidente della Popolare Emilia Romagna, Ettore Caselli, si impegna a rendere più incisiva l'autoriforma che stava lentamente elaborando.

L'idea sarebbe di riproporre una forma ibrida, che pur assegnando la governance ai fondi, lasci spazio nei consigli di sorveglianza ai piccoli soci. In ogni caso le coop vogliono più tempo per il grande salto, si dice 24 mesi contro i 18 concessi dell'esecutivo.

Le popolari si impegnano quindi a riavviare la stagione delle fusioni così da soddisfare l'obiettivo politico di Renzi di tagliare il numero dei banchieri. I matrimoni sono a dire il vero da sempre difficili, per l'orgoglio territoriale dei singoli gruppi, ma Assopop scarica la colpa dello stallo attuale sugli stress test e sulla stretta patrimoniale.

Ai matrimoni crede comunque la Borsa, dove Bper ha fatto un altro scatto (+4,7%), con Bpm (+3%), Ubi (+1,9), Creval (+1,6%) e BancaEtruria (+13,3%). «Alle popolari, non mancherà il coraggio, la fantasia e la determinazione per proseguire la propria storia, anche in un contesto normativo pregiudizialmente e irragionevolmente avverso». Lo spazio di manovra delle mutue comunque appare ridotto. Renzi ha incassato anche il placet di Confindustria: la riforma «è una mossa che va nella direzione giusta», ha detto Giorgio Squinzi.

Le mutue marciano compatte, ha assicurato il presidente della Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, mentre l'ex ministro e ora presidente di Bpm, Piero Giarda, ha rimarcato come il decreto Renzi fosse «del tutto inatteso» e qundi accolto «con grande stupore».

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