Economia

Pos, scetticismo sulle multe dal 30 giugno: "Non si può accertare irregolarità"

Se è vero che dal 30 giugno scatteranno le multe per gli esercenti che rifiutano i pagamenti con il Pos, dall'altro lato c'è molto scetticismo sull'applicabilità del provvedimento: "Impossibile accertare irregolarità"

Pos, scetticismo sulle multe dal 30 giugno: "Non si può accertare irregolarità"

Come abbiamo visto sul nostro Giornale, dal 30 giugno il titolare di un esercizio commerciale che si rifiuterà di accettare un pagamento con il Pos tramite bancomat e carte di credito sarà sanzionato. Per la mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento si applicherà la sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione del pagamento. Lo scetticismo che, effettivamente, si procederà all'applicazione della nuova norma è molto alta tra gli addetti ai lavori.

Quali sono i dubbi

Se è vero che negli ultimi anni le proposte per arrivare a questa fase sono state numerose ma c'è sempre stato un nulla di fatto, adesso che le cose si fanno concrete molti esercenti potrebbero decidere di rimandare l’acquisto o noleggio di un Pos, specialmente se non lo fa per evadere le tasse. Insomma, visti i tempi stretti, chi non possiede il dispositivo elettronico non farà di certo le corse per accaparrarselo. Molti "furbetti", comunque, potrebbero continuare a rimanere con le braccia incrociate e dire di no. “L’arrivo delle sanzioni è una buona notizia, ma di sicuro l’applicazione può presentare difficoltà se pesa solo sulle spalle del cliente che dovrebbe chiamare le forze dell’ordine per accertare l’illecito (e non tutti potrebbero volerlo fare). Per essere efficaci i controlli debbano essere automatici e a campione”, afferma a Repubblica Federico Cavallo, un rappresentante di Altroconsumo.

"Multe? Difficile applicarle"

Comunque sia, come si fa a sapere chi si rifiuterà di osservare le nuove disposizioni? Soltanto la denuncia di un cittadino potrebbe far scattare i controlli, negli altri casi sarà facile farla franca. "Le multe saranno di difficile applicazione", afferma al quotidiano un commercialista, Salvatore De Benedictis. "Il cittadino è chiamato a denunciare l’esercente che rifiuta il pos e poi servirà una ispezione dalle forze dell’ordine". Ma quanti cittadini denunceranno effettivamente l'esercente? E cosa accadra se questi dirà che il dispositivo è momentaneamente fuori uso o non c'è "campo", o linea che dir si voglia? "E a un controllo della polizia sostenere che il problema si è nel frattempo risolto. In questi casi sarebbe impossibile accertare l’irregolarità".

"Regole inapplicabili"

Se la norma è pensata per combattere l'evasione fiscale, il vantaggio per il consumatore sarebbe nullo mentre ogni esercente avrebbe l'aggravio di subire i costi fissi del Pos. Insomma, un inizio decisamente in salita. "Regole inapplicabili in pratica; non è immaginabile che la guardia di finanza, a cui il cittadino dovrebbe fare la denuncia, faccia ispezioni per queste casistiche”, afferma a Repubblica Daniele Tumietto, commercialista nel settore digitale. L'auspicio è che le regole si cambino e diventino più chiare: l'idea è data dallo stesso commercialista, che suggerisce come una denuncia tramite Spid (identità digitale) potrebbe stanare tanti furbetti. Oppure, un'altra soluzione può essere la tempestica comunicazione alle banche che "potrebbero tenerne conto in fase di concessione crediti".

Gli incentivi per gli esercenti

In questo momento, chi ha un'attività può soltanto essere svantaggiato in termini di costi in più per le commissioni, che sugli importi minimi come possono cinque euro ma anche cifre più basse, devono comunque pagare 50 centesimi. A questo punto, gli esperti del settore sperano che nuovi incentivi possano arrivare da qui a fine giugno o che possano essere prorogati quelli in essere, ossia il credito di imposta del 30% delle spese pagate dagli esercenti (commissioni e spese).

"Ci auguriamo che questo provvedimento, previsto dal decreto fiscale del 2019, venga prorogato anche per il futuro”, conclude Altroconsumo.

Commenti