Quota 100 spacca il Parlamento: è guerra sulle pensioni

Il governo giallorosso deve ancora decidere cosa fare con Quota 100. Italia Viva contro i prepensionamenti. I grillini: "Non si tocca"

Quota 100 spacca il Parlamento: è guerra sulle pensioni

Il tema pensioni continua a creare problemi al governo giallorosso, alle prese con due problematiche non da poco.

Innanzitutto l’esecutivo deve decidere cosa fare con Quota 100, quindi dovrà trovare un modo per continuare a "garantire la sostenibilità del sistema previdenziale". Riguardo il primo punto c’è da aspettarsi una vera e propria battaglia in Parlamento, anche se il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha dichiarato che il meccanismo di pensionamento anticipato basato su 62 anni di età e 38 di contributi non sarà modificato con la prossima manovra. Troppo rischioso cambiare in corsa Quota 100, che resterà quindi al suo posto fino almeno al 2021.

Il parere degli esperti: intervenire con urgenza

Come sottolinea Il Corriere della Sera, c’è poi un secondo problema da gestire: quello della sostenibilità. L’ultimo rapporto di Itinerari previdenziali ha spiegato che le stime elaborate dalla Ragioneria generale dello Stato sul progredire della spesa pensionistica rapportata al pil sono "ottimistiche" se consideriamo la prolungata stagnazione cui deve far fronte l’Italia. E non è certo finita qui, perché il capo economista del Tesoro, Riccardo Barbieri Hermitte, ha incrementato la dose ipotizzando che le prossime previsioni saranno ancora peggiori, considerando fattori come il saldo migratorio, l’andamento della natalità e la produttività.

Due indizi non fanno una prova, ma una nutrita schiera di esperti concorda che sia necessario quanto prima intervenire urgentemente sul tema pensioni, così da evitare che da qui ai prossimi 20 anni la spesa possa schizzare oltre il 16,2% del pil previsto dalla Rgs, fino a toccare le percentuali stimate dall’Ue (18,3%) e del Fmi (20,5%). Fra gli esperti, tanto per fare qualche nome, troviamo ad esempio il presidente del Cnel, Tiziano Treu, l’economista Paolo Onofri e il presidente di Itinerari, Alberto Brambilla.

La reazione dei partiti

Italia Viva è contraria ai prepensiomaneti. La conferma arriva direttamente dal coordinatore nazionale del partito fondato da Matteo Renzi, Ettore Rosato: sì a emendamenti "contro Quota 100". Sul fronte opposto troviamo il Movimento 5 Stelle. Come detto, il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, non intende toccare la misura. A sentire i grillini, dunque, eventuali risorse per alleggerire la plastuc tax o altre tasse, come quella sulle auto aziendali, non saranno prese da qui. Capitolo Pd: il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ha più o meno confermato quanto detto dalla Catalfo: “L’esecutivo non toccherà Quota 100, anche per non creare polemiche. Escluso qualsiasi intervento sulle finestre nel 2020”. In ogni caso, Quota 100 è un meccanismo che l’attuale esecutivo considera scomodo per due ragioni: perché, per usare le parole dello stesso Baretta, “costa tanto” e perché il governo non intende prorogarlo.

Dunque "se non si fa nulla, dal 2022 ci sarebbe uno scalone": una bel rompicapo. La soluzione? Ancora da trovare. A gennaio è però previsto un tavolo tra governo e parti sociali per “studiare nuove forme di flessibilità”.

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