Politica economica

Rai avvia la rivoluzione digitale e dimagrisce nelle torri

Previsti investimenti per 225 milioni. Malgrado l'opposizione dei fondi, il gruppo vuole cedere il 15% di Rai Way

Rai avvia la rivoluzione digitale e dimagrisce nelle torri

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Trasformazione digitale e valorizzazione delle risorse interne con investimenti per 225 milioni di euro nel prossimo triennio. Sono i capisaldi del piano industriale 2024-2026 approvato ieri dal cda Rai con sei voti favorevoli e quello contrario della consigliera in quota Pd, Francesca Bria. Stesso risultato per il budget del 2024 e via libera anche al contratto di servizio 2023-28.

Il piano industriale, ha spiegato l'azienda, «mira ad assicurare la stabilità strutturale della Rai, raggiungendo la sostenibilità economico-finanziaria mediante un percorso che trasformi l'azienda in digital media company», puntando sulle nuove tecnologie e sulla valorizzazione delle professionalità interne. L'obiettivo è trasformare la tv pubblica grazie a un programma di investimenti che prevede risorse incrementali pari a 225 milioni. La Rai, infatti, deve far fronte al taglio del canone da 90 a 70 euro, che comporta una riduzione di entrate di circa 430 milioni, compensati da trasferimenti una tantum dalla fiscalità generale. Previste efficienze per 135 milioni e ricavi aggiuntivi per 60 milioni. La politica di investimenti seguirà due approcci: da una parte guarderà alle nuove tecnologie data driven cui saranno destinati 113 milioni, dall'altro lato ci saranno nuove assunzioni (anche di nativi digitali) e riqualificazioni di professionalità interne, rinunciando ad appalti esterni. Le app RaiPlay e RaiPlay Sound saranno al centro delle strategie con analisi dettagliata del pubblico che utilizza le piattaforme.

Il piano prospetta, inoltre, una riduzione dell'indebitamento fino a 500 milioni di euro al 2026 e prevede la cessione di una quota di circa il 15% di Rai Way, che alle quotazioni attuali vale poco meno di 200 milioni di euro, consentendo comunque a Viale Mazzini di mantenere il controllo con il 51%. Secondo indiscrezioni, una parte delle azioni potrebbe essere piazzata direttamente presso alcuni investitori istituzionali, mentre un'altra parte andare al dettaglio. Nella definizione delle modalità e delle tempistiche del collocamento la Rai sarà assistita da Lazard. I fondi, che detengono circa il 10% del capitale della controllata, hanno scritto al cda per chiedere di non cedere le quote, ma di procedere a una fusione con l'altra grande società di torri di broadcasting, Ei Towers. Fonti vicine al dossier, a fronte della reazione negativa della Borsa (-4,43% a 4,86 euro), hanno ribadito che la vendita non pregiudica l'eventuale fusione. Il piano, infine, prevede l'ottimizzazione del perimetro immobiliare.

Un piano «per disegnare una Rai più flessibile, digitale, orientata al futuro», ha commentato la presidente Marinella Soldi. «L'obiettivo ambizioso è porci al fianco dei grandi player internazionali, proiettando la Rai verso il futuro», ha aggiunto l'ad Roberto Sergio.

«Un passaggio che rafforza la missione del servizio pubblico», le parole del dg Giampaolo Rossi.

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