Economia

Rapporto Svimez: "Il Nord Italia non è più tra le locomotive d'Europa"

Presentato il rapporto annuale: impatto nullo del reddito di cittadinanza sul mercato del lavoro. Il ministro Provenzano: "Una frattura profonda"

Rapporto Svimez: "Il Nord Italia non è più tra le locomotive d'Europa"

Presentato a Montecitorio il rapporto Svimez 2019 sull'economia e la società del Mezzogiorno. La situazione di declino del Sud Italia è sempre più drammatica: entro i prossimi 50 anni ci sarà una desertificazione di 5 milioni di persone che provocherà anche un arretramento del 40% del Pil. Dal 2000 sono circa 2 milioni ad aver lasciato le aree meridionali: di questi la metà è giovane, fino a 34 anni, e quasi un quinto possiede un titolo universitario. Vi è dunque l'estrema urgenza di un "piano straordinario per il Mezzogiorno". In mancanza di politiche mirate la situazione potrebbe diventare irreversibile.

Giuseppe Provenzano ha detto che si tratta di una "frattura profonda, trascurata in decenni di investimenti pubblici per il Mezzogiorno". Il ministro per il Sud ha affermato che questi dati non devono "indurre allo scoraggiamento" ma caricare "a un impegno ancora maggiore che deve investire l'intero governo, a un'urgenza condivisa".

La Svimez attesta che il Nord Italia non è più tra le locomotive d'Europa: "Alcune regioni dei nuovi Stati membri dell'Est superano per Pil molte regioni ricche italiane, avvantaggiate dalle asimmetrie nei regini fiscali, nel costo del lavoro, e in altri fattori che determinano ampi differenziali regionali di competitività".

Reddito di cittadinanza

Il giudizio dato al reddito di cittadinanza è moderatamente positivo: nel 2017 le famiglie in povertà assoluta erano 845mila; nel 2018 sono scese a 822mila. L'incidenza è scesa dal 10,3 al 10%. Ma ad essere colpito è il mercato del lavoro: ha avuto un impatto praticamente nullo. "Invece di richiamare persone in cerca di occupazione, le sta allontanando dal mercato del lavoro", sottolinea Svimez. Per combattere la povertà non bastano solamente contributi monetari ma occorre anche "ridefinire le politiche di welfare ed estendere a tutti in egual misura i diritti di cittadinanza".

Crescite, consumi e investimenti

Nel 2018 Abruzzo, Puglia e Sardegna sono state le regioni che hanno registrato il più alto tasso di crescita, rispettivamente +1,7%, +1,3% e +1,2%. Nel Molise e in Basilicata il Pil è cresciuto dell'1%. In Sicilia ha segnato +0,5%. Campania a crescita zero nel 2018. La Calabria è l'unica regione meridionale che ha visto una flessione del Pil di -0,3%. Svimez ha rimarcato: "Dall'inizio del secolo a oggi la popolazione meridionale è cresciuta di soli 81mila abitanti, a fronte di circa 3,3 milioni al Centro-Nord. Nello stesso periodo la popolazione autoctona del Sud è diminuita di 642.000 unità, mentre al Nord è cresciuta di 85.000".

Il Pil del 2018 al Sud è cresciuto dello 0,6%, rispetto al +1% del 2017. Ristagnano soprattutto i consumi (+0,2%), ancora al di sotto di 9 punti percentuali nei confronti del 2018, rispetto al Centro-Nord, dove crescono dello 0,7%, recuperando e superando i livelli pre crisi.

Aumentano gli investimenti in costruzioni (+5,3%), mentre si sono arrestati quelli in macchinari e attrezzature (+0,1% contro +4,8% del Centro-Nord).

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