Economia

Il reddito di cittadinanza? Va pure a chi lavora in proprio

Il reddito di cittadinanza andrà pure a chi decide - pur percependo il sussidio - di mettersi in proprio. Ma i soldi arriveranno per sei mesi e fino a un massimo di 4680 euro

Il reddito di cittadinanza? Va pure a chi lavora in proprio

Lavorare (non in nero) e percepire il reddito di cittadinanza? Sarà possibile. Almeno stando alla nuova bozza del decreto che è circolata nelle scorse ore e che - come riporta il Corriere - prevede la possibilità di avere i soldi anche se, pur avendo ottenuto il sussidio, si decide di aprire una partita iva e mettersi in proprio. In questo caso, però, il reddito verrà erogato solo per i successivi 6 mesi e per un importo massimo di 4680 euro.

Diminuisce, intanto, l'importo medio che ogni famiglia percepirà ogni mese: il governo ha infatti stimato una platea più ampia (1,7 milioni di nuclei), facendo così scendere l'ammontare che in media sarà erogato sulle tessere prepagate e che si attesta ora intorno ai 400 euro al mese. La cifra di 780 euro al mese sbandierata da Di Maio, infatti, è soltanto il tetto massimo che si potrà ottenere se si è da soli (mentre si arriva ad un massimo di 1330 per le famiglie più numerose).

La nuova bozza prevede inoltre che la casa di proprietà non sia un ostacolo per ottenere il reddito di cittadinanza. A patto che non manchino gli altri requisiti. E comunque in tal caso l'importo percepito sarà di 280 euro in meno al mese (che scendono a 150 in caso di pensione).

Per quanto riguarda le aziende, poi, chi assume un titolare di reddio di cittadinanza percepisce fino a 18 mesi l'importo che sarebbe andato al dipendente se disoccupato.

Commenti