Economia

Da Saipem a Leonardo, il test dei bilanci ormai è una scommessa

Per il gruppo petrolifero (-6,8%) conti in linea con le attese, ma pesa il mancato rilancio

Da Saipem a Leonardo, il test dei bilanci ormai è una scommessa

L'appuntamento con i conti di fine anno delle società di Piazza Affari sta diventando sempre più un test a sorpresa. Nonostante le previsioni degli analisti, frutto di incontri con le aziende, e i target indicati dalle stesse società con mesi di anticipo, l'approvazione dei bilanci è un appuntamento da brivido. Nel bene e nel male, lo hanno dimostrano società come Saipem e Leonardo che ieri, dopo aver alzato il velo sui propri numeri, sono state protagoniste in Borsa di due performance di rilievo, ma agli antipodi: per Saipem, in negativo, con un -6,80% a 0,42 euro; e per l'ex Finmeccanica, in positivo, segnando un guadagno del 4,58% a 12,34 euro. E pensare che entrambe le società hanno aggiornato i numeri ogni trimestre nel 2016, senza avvalersi della nuova normativa che permette alle quotate di svelare solo la semestrale e poi, i numeri di fine anno.

Cosa ha sorpreso dunque il mercato? Nel caso di Saipem, la perdita da 2 miliardi non è stata del tutto una doccia fredda perché, già in occasione dei conti dei nove mesi, il mercato era stato avvertito del fatto che l'impatto definitivo degli impairment test si sarebbe rivelato interamente solo alla fine dell'esercizio. Tuttavia, il problema che ha pesato sul titolo riguarda il 2017, ancora pieno di incognite. Nonostante il prezzo del petrolio stia trovando una sua stabilità, le compagnie petrolifere non hanno aumentato gli investimenti. Tradotto per Saipem questo significa una mancanza di commesse e dunque di business. Un limite che, secondo gli analisti di Banca Akros, «non permette visibilità, né consente di intravedere a breve segnali di ripresa». Insomma, il titolo inizia a scontare la mancanza di fattori di rilancio nei prossimi mesi. E non solo, ieri gli esperti di Kepler hanno sottolineato un nuovo rischio potenziale: il progetto Kaombo. «Il contratto per lo sviluppo del campo estrattivo situato al largo dell'Angola, del valore di oltre 3 miliardi di dollari, si trova - hanno spiegato gli analisti - ad affrontare ritardi operativi presso il cantiere. Per ora questo rischio appare limitato in termini di potenziali sanzioni, ma questa è una nuova incertezza che aleggia sul gruppo».

Quanto a Leonardo - nonostante abbia reso noti solo i dati preliminari, con il piano che verrà svelato il 16 marzo - è stata premiata per la ragione inversa a Saipem: un «eccesso di visibilità». La società ha infatti anticipato ricavi in espansione del 3-5% medio annuo con una redditività vista in crescita dell'11% già a metà del piano, fattori ai quali si affiancherà «il mantenimento di una solida struttura patrimoniale e flessibilità finanziaria, risultante dalla migliorata generazione di cassa e dalla significativa riduzione del livello del debito», ha spiegato il gruppo.

Un percorso di crescita, quello che attende Leonardo che, pur se inizierà nel 2018, è dato per certo e, quindi, rassicura i mercati e chi punta a investire nel medio e lungo termine.

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