Economia

Salgono i ricavi e cala il debito di Inwit

L'ad Cicchetti: «La società è un punto fermo nel consolidamento del mercato delle torri»

Maddalena Camera«Inwit sarà un punto fermo nel consolidamento del mercato italiano delle torri». Ne è convinto Oscar Cicchetti ad della società nata da uno spin off delle attività di Telecom nelle infrastrutture per le tlc. E dunque la società, di cui Telecom che detiene ancora oltre il 60% ne ha messo in vendita un ulteriore 45%, se non troverà un acquirente capace di soddisfarla potrebbe anche trasformarsi in compratore. Insomma la società potrebbe anche guardare alle prossime vendite di infrastrutture sul mercato come le torri di H3g. Forse in quest'ottica potrebbe magari prendere in considerazione l'offerta di Ei Towers che offre 5 euro ad azione ma solo per il 29,9%. Mentre l'altro pretendente, gli spagnoli di Cellnex, offrono 4,5 euro ma per il 45%. Ieri il titolo ha chiuso a 4,7 euro in lieve calo nonostante la pessima giornata di Piazza Affari. In un panorama incerto infatti, il business tranquillo delle torri trasmissive può rappresentare un punto fermo, almeno sul fronte dell'investimento azionario dato che le incognite sono poche. I ricavi derivano principalmente dall'affitto dell'infrastruttura ai grandi gestori di telecomunicazioni mobili. E anche Inwit non fa eccezione essendo Telecom, da poco diventata Tim, il suo principale cliente. Ieri la società ha presentato il suo primo bilancio. Il 2015 si è chiuso con ricavi per 318,9 milioni, a fronte dei 314 milioni realizzati (su base proforma) nel 2014. Di questi 253,3 milioni provengono da Telecom e 65,6 milioni da altri operatori. Cala il debito a 48 milioni grazie ad una forte generazione di cassa mentre il piano industriale prevede oltre 135 milioni di euro di investimenti con aumento dei ricavi e riduzione dei costi. In agenda c'è infatti lo smantellamento di circa 1000 siti che saranno dismessi, la rinegoziazione degli affitti e la sostituzione di siti eccessivamente costosi. Grazie a questo piano Inwit, entro il 2018, dovrebbe avere in proprietà o in diritto d'uso il 15% dei suoi siti. Ora Telecom è a un bivio: o vendere la maggioranza, o continuare a crescere magari in tandem con Ei Towers.

A marzo sono attese le offerte vincolanti degli interessati e sarà presa la decisione finale.

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