Economia

San Donato chiede i ristori del Covid

Bilancio 2020 in rosso di 62 milioni. Rotelli: "Ora ne attendiamo 70 dalla Regione"

San Donato chiede i ristori del Covid

I Rotelli si confermano leader in ambito sanitario con 44 strutture (19 ospedali) e varano un nuovo assetto di governance per il Gruppo San Donato (Gsd). Nessun interesse invece a rientrare nella partita Rcs che, con la richiesta di 600 milioni di dollari di danni complessivi depositata a New York dal fondo Usa Blackstone contro l'editore e il suo patron Urbano Cairo, potrebbe tornare di attualità. «Errare è umano e perseverare è diabolico. È stato un bagno di sangue. Abbiamo perso 300 milioni di euro e preferiamo non ripetere l'esperienza», ha dichiarato ieri Paolo Rotelli, vicepresidente del Gruppo San Donato e presidente dell'Irccs Ospedale San Raffaele, a margine della presentazione del gruppo.

Non è escluso invece lo sbarco in Piazza Affari o l'ingresso nel capitale di partner di peso ma, secondo l'imprenditore, «per poter negoziare in maniera giusta, bisognerà attendere il bilancio 2022». L'impegno sul fronte Covid ha penalizzato i conti della società che ha curato finora 12mila pazienti. «Il nostro gruppo è solido. Il 2020 si è chiuso in perdita di 62 milioni (su un fatturato di 1,6 miliardi). Ma «la Regione Lombardia ci deve ancora 70 milioni di compensazioni tariffarie», ha spiegato Rotelli per poi, dopo essersi detto «fiducioso» in un loro arrivo entro fine anno, aggiungere: «L'importante è chiudere il 2021 con le tariffe Covid incluse. In ogni caso il 2021 segnerà il ritorno in utile», per il gruppo che tra il 2020 e il 2021 ha comunque investito 490 milioni. A stretto giro è arrivata la precisazione del Pirellone: il pagamento dei rimborsi Covid è legato alla pubblicazione di un apposito decreto interministeriale (Mef e Salute) in Gazzetta. Annunciata poi la riorganizzazione della governance di Gsd con la concentrazione nella holding Papiniano di Velca a cui fanno capo gli ospedali; la riduzione del numero dei consiglieri presenti nei cda degli ospedali e la costituzione di quattro comitati trasversali a tutti gli ospedali, composti da senior manager e da figure professionali in grado di portare esperienza e innovazione, per rafforzare l'azione strategica, diffondere le best practice e vigilare sull'applicazione degli standard qualitativi. «Una governance più agile e solida è al servizio della nostra passione per i giovani, l'innovazione, la ricerca e il benessere delle persone, nel nostro Paese e ovunque il nostro impegno contribuisca alla crescita», ha aggiunto Rotelli sottolineando: «Puntiamo all'esportazione delle nostre competenze e quindi della sanità made in Italy».

Un comunicato ricorda poi che Gsd vanta una presenza «ormai stabile» negli Emirati Arabi e «trattative avviate» in Tunisia, Libia, Algeria, Sudan, Iraq e Kenya dove è in via di definizione l'accordo per un nuovo ospedale.

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